Spesso ci sentiamo dire che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità: ogni giorno milioni di cittadini italiani vengono bombardati dai mass media con questo attacco per farli sentire in colpa. Il lavoratore ridotto a un robot nelle fabbriche e a software negli studi professionali non sa con chi prendersela. La narrativa di riferimento gli racconta di una ineluttabilità di scelte e decisioni a motivo del debito pubblico.

In una economia predatoria basata sulla sofferenza è normale applicare modelli matematici e statistici per fare delle scelte. Nell’economia capitalistica la massimizzazione del capitale è l’unico obiettivo e la sofferenza planetaria di intere popolazioni una conseguenza disdicevole ma ritenuta collateralmente accettabile.

È del tutto evidente che stiamo andando verso una robotizzazione e softwarizzazione dell’essere umano. I lavori prevalentemente umani sono trasformati in lavori sempre più vicini a quelli del robot, cioè privi di ogni umanità. Anche i lavori prevalentemente intellettuali sono sempre più assimilati a dei software.

Tutto questo è dovuto a una visione capitalistica predatoria basata sulla sofferenza dell’essere umano. L’obiettivo è massimizzare il profitto in capo a pochissime persone a danno di interi popoli. Quindi la sofferenza planetaria che stiamo vivendo sta diventando una conseguenza spiacevole ma ritenuta necessaria da chi accumula in borsa immense ricchezze.

Malvezzi Quotidiani, pillole di economia con Valerio Malvezzi