I processi di creazione di corporate, di oligopoli, soprattutto e anche nel settore degli intermediari finanziari sono ovvie azioni di collegamento alle politiche economiche neoliberiste. Infine l’effetto di peggioramento dei diritti del lavoratore e il livellamento verso il basso dei salari, sono una conseguenza ampiamente prevedibile. Nuovamente essa viene derubricata dalla narrativa di riferimento ad effetto colpevole della nazione più debole, come per esempio l’Italia, rea a loro dire di aver vissuto al di sopra delle possibilità. E di non aver fatto “le riforme”. Quali “riforme”? Quelle a vantaggio del sistema finanziario, ovviamente.

Vi sto dicendo che il disegno dell’economia neoliberista è sostanzialmente la creazione di corporate, ovvero le grandi imprese. Quelle alle quali interessa il Governo Draghi, quello alle quali il Governo Draghi si rivolge. Non certo le piccole e medie imprese. Ovviamente le corporate essendo grandi imprese creano degli oligopoli e amano gli oligopoli, cioè la mancanza di concorrenza. Ma a noi è stato spiegato in decenni dai principali quotidiani economici che l’assenza di concorrenza sia una cosa buona. E tutti noi ad applaudire. Per esempio nel sistema bancario: si stanno fondendo le banche e quindi sta sparendo la concorrenza bancaria. L’effetto di peggioramento dei diritti del lavoratore e il livellamento verso il basso dei salari, effettuati poi con una manovra a tenaglia attraverso l’immigrazione clandestina, abbassa i diritti dei lavoratori italiani e quindi distrugge un secolo di lotta sindacale.

Tutto questo viene derubricato nella letteratura di riferimento con molto moralismo e grande ipocrisia, con frasi del tipo che gli italiani hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità, cercando di farli sentire in colpa con una forma di ricatto psicologico e morale. E di non avere fatto le “riforme”, quelle “riforme” che faremo con il Recovery Fund grazie al voto favorevole di tanti parlamentari italiani che a parole sono contro al ricatto dell’Europa, ma poi votano il Governo Draghi che ci porta a mettere la testa in quel cappio. Le riforme saranno condizione per poter avere le rate dei prestiti che abbiamo contratto.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi