Nasce tutto da lì, tutto da quel “sono consentite…” nell’articolo 4 del disegno di legge giornalisticamente presentato “contro l’omofobia”, che però le opposizioni temono possa di fatto diventare contro la parola e la libertà di pensiero.
Questo perché l’articolo in questione specifica che “sono consentite” la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee. Ma è dalla perifrasi che segue, che nasce la perplessità sul Ddl Zan: sono consentite le opinioni “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti“. Una condizionale giudicata banale dagli oppositori della legge, e che rischierebbe di mettere tutto nelle mani dei giudici, chiamati a decidere cosa sia o non sia “discriminatorio”.

Ma non è il solo punto che Vittorio Sgarbi e Maurizio Scandurra contestano in diretta al discusso disegno di legge, sul quale non è escluso vi possano essere modifiche in Senato e contro cui il centrodestra ha presentato una legge alternativa a firma della senatrice Ronzulli.
Sarebbe anche il particolare sull’introduzione dell’identità di genere come argomento di insegnamento nelle scuole a lasciare perplesso il deputato e critico d’arte. Il sospetto che ciò confluisca nell’educazione gender per gli alunni – anche più piccoli – si è accentuato quando la regione Lazio ha diffuso in tutte le scuole regionali – dall’infanzia alle superiori – le linee guida dette “Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”; linee guida poi ritirate in seguito alle proteste accese dei genitori.
Vediamo i punti deboli della proposta di legge secondo Vittorio Sgarbi e Maurizio Scandurra a ‘Un Giorno Speciale’.

Cos’è che non va in questo disegno di legge? Il pensiero unico, quello che ha portato alla pubblicità dove si vedono due donne che si baciano a qualunque ora e per qualunque pubblico. Ci sono i film vietati ai minori di 14 anni? Ci sarà una ragione. Ci sono i film vietati ai minori di 18 anni? Ci sarà una ragione. C’è la pedofilia sotto i 14 anni?
Parlare di queste materie a scuola con bambini che hanno meno di 14 anni è un errore. Primo punto.
Secondo punto: la lesbofobia è una tautologia, perché omofobia e lesbofobia sono lo la stessa parola – quindi non sanno neanche scrivere in italiano – per di più “fobia” vuol dire paura, non odio, quindi è sbagliato anche il concetto. Non è come “misoginia”, non c’è l'”odio per”, c’è la “paura di” e la paura è esattamente quello che non conosci.

Poi c’è la punizione per qualcuno che dica delle cose che un giudice ritiene pericolose per qualcuno e ti apre un processo. Le posizioni mie sono identiche a quelle di Luca Ricolfi, il quale sta cercando le precedenti leggi – fra cui una che fu fatta da Pisapia – che erano molto più rispettose delle libertà di parola, che sono in questo modo precluse da una legge liberticida, ed è bizzarro che questi valori debba difenderli la destra invece che la sinistra, cioè la libertà di parola e la possibilità di dire che io sono per la famiglia cristiana. O devo per forza essere d’accordo con quella senza madre e padre? Potrò dirlo o non potrò dirlo?

La legge che deve proteggere delle minoranze, in realtà non protegge l’unica vera minoranza che sono i bambini. I bambini sono l’unica vera minoranza e dobbiamo trattarli con grande delicatezza, e Zan deve andare a fare in c**o se pensa di convincere i bambini a cose che non sono giuste; non perché uno non possa diventare omosessuale, ma lo diventi per conto suo, non perché glie lo insegna un professore a scuola. Imparino a rispettare i bambini. Dicono che parlo di pedofilia. No, dico che se esiste una legge per cui non si può fare sesso sotto i 14 anni, nessuno può escludere che lo si faccia. Una bambina di 12 anni può farlo lo stesso, però si chiama “pedofilia”, allora sotto i 14 anni rispettate i bambini, non rompetegli i co***oni! Non disturbateli! Non turbateli!