PROF. MALVEZZI DENUNCIA IN DIRETTA ▷ “Il Parlamento italiano non conterà più niente con il Recovery”

Se ne parla solo in termini entusiastici, ma qualcuno si fa delle domande: quanto costano i tanto agognati soldi del Recovery Fund?
Se è vero che servono, è altrettanto vero che il costo è davvero alto. Forse impagabile, secondo il Prof. Valerio Malvezzi. Questo perché non si tratta di un semplice debito che finisce alla restituzione del credito (con gli interessi), ma di un debito che ci tiene incatenati alle decisioni dell’Unione Europea.

Dulcis in fundo, dovremo stare attenti alle critiche di inadempienza degli altri paesi, visto che al primo sentore di inaffidabilità potremo essere accusati da chiunque per poi essere lasciati a bocca asciutta dall’Europa.
Se poi ci aggiungiamo pure che gran parte di qual denaro è stato consegnato nelle mani di Bruxelles proprio da noi, dunque parliamo di un prestito di soldi che ci appartengono, la beffa è servita.
Valerio Malvezzi ci ha detto di più a ‘Un Giorno Speciale’.


La cosa scandalosa non è parlare dei soldi, tanti o pochi, che arriveranno. Il punto vero è che questi soldi, che sono italiani e non europei, verranno spesi per fare cose che decidono gli altri. Cioè le multinazionali che governano la burocrazia di Bruxelles.

Io voglio chiedere a tutti i parlamentari italiani che stanno sostenendo Draghi come fanno ad accettare la strada del Recovery Fund. Perché vuol dire chiudere il Parlamento italiano. Vuol dire che il Parlamento italiano non avrà più nessun ruolo se non quello di ratificare le decisioni europee, che non ci sarà più politica economica autonoma, vuol dire perdita di ogni sovranità. Vuol dire svendere l’Italia. Le riforme, mi riferisco al patto di stabilità e alle riforme europee, saranno ferocissime e noi le sapreno solo in autunno.
Io temo molto gli anni prossimi, perché noi non avremo più una repubblica parlamentare in Italia. E mi stupisco che autorevoli parlamentari che ne capiscano di economia accettino una cosa del genere.

La verità politica è che noi vogliamo andare a fare finanziamenti di quel genere, sostituendo altre cose che potevamo fare, per andare a fare quello che interessa alle multinazionali. Sono capitoli già tutti decisi. Trovo imbarazzante che su centinaia di parlamentari nessuno affronti questa questione.
Quale sarà il ruolo del Parlamento nelle ratifiche?
Il Portogallo, che è più avanti di tutti nell’uso del Recovery Fund, ha già ricevuto in tre anni 1993 prescrizioni da parte dell’Unione Europea
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“Chiedo scusa per quello che è successo nel ’90”

Chiedo scusa per aver fatto politica negli anni ’90, e sapete perché lo faccio?
Perché io ero un ragazzo che pensava di fare bene delle cose. Pensavo di fare l’interesse del mio paese e ho fatto l’opposto di quello che dovevo fare.
Io ho votato le privatizzazioni. Credevo che privato fosse bello e pubblico fosse male.
Ho combattuto contro Craxi, pensavo che lui fosse il male. Ma quasi trent’anni dopo devo riconoscere che probabilmente era uno degli ultimi statisti italiani.
Con la maturità che mi deriva dall’essere un uomo di mezza età, riconosco che le chiavi di lettura che avevo – in buona fede – erano probabilmente sbagliate.
Perché quando Craxi circonda gli americani a Sigonella, quello è uno degli ultimi i momenti storici di autorevole uomo politico italiano.

Trent’anni fa noi abbiamo aperto le porte al capitale finanziario internazionale, perché se non avessimo distrutto un’intera classe politica noi probabilmente non saremmo entrati nell’euro, al punto che, da scrittore di romanzi di fantascienza, vi dico che se non ci fossero stati lanci di monetine, cappi in Parlamento e quelle cose che io ricordo perché le ho fatte – e chiedo scusa – forse noi non saremmo entrati in Europa“.