Un partito politico con a capo Fedez?
Sembra uno scenario distopico, eppure un sondaggio fatto dall’Agenzia SWG rivelerebbe in questo momento addirittura un favore del 17% per un’eventuale entrata in politica da parte di Federico Lucia, in arte Fedez. Nell’ultimo anno il rapper ha varcato spesso la soglia che divide social e politica.
Non a caso, insieme alla moglie Chiara Ferragni, ha ricevuto perfino l’Ambrogino D’Oro a Milano: premio di onorificenza cittadina per il loro impegno durante il Coronavirus. Dai fondi raccolti per il San Raffaele al volontariato, passando per il palco del primo maggio, Fedez sembra lanciare indicatori di interesse verso il palco politico
A quale fascia di popolazione fa riferimento questo 17% di gradimento per Fedez?
Per quale motivo oggi il confine tra politici e influencer è così labile?
Luigia Luciani e Stefano Molinari lo hanno chiesto a Rado Fonda, il Direttore della Ricerca SWG
“Quello che abbiamo fondato noi è soltanto un sentiment, una reazione degli italiani di fronte a questa ipotesi remota. Abbiamo rilevato che un 17% accoglie positivamente questa possibilità, ma non vuol dire che un suo ipotetico partito possa valere un 17%.
Sono soprattutto i giovani che vorrebbero votarlo, sono quelle generazioni che in questo momento hanno pochi riferimenti politici, che hanno difficoltà a trovare partiti o movimenti in cui riconoscersi. Motivo per cui questa potrebbe essere un’attrattiva per loro.
E’ un trend mondiale che vadano quasi meglio politici che non sono politici. Questo fa eco anche al discorso che i leader politici, di fronte a questa fase storica hanno vita breve, perché si passa subito dall’uno all’altro. Lo stesso Conte, dal nulla, è diventato il leader più gradito d’Italia ed è anche vero che queste leadership durano poco, è tutto molto effimero.
In verità è un modo per raggiungere un tipo di pubblico che è difficile da raggiungere. C’è sempre meno gente che legge i giornali e guarda i TG. Da una parte è attraente perché abbiamo una vita professionale molto movimentata, spesso succede qualcosa rispetto alla Prima Repubblica, d’altra parte è più difficile anche misurare questi voti anche perché sono molto fluidi e c’è molta indecisione”.