Probabilmente nessuno conosce l’esito della matassa legata alla Superlega, che sembra sbriciolarsi in queste ore sotto l’addio in massa delle inglesi, ma la vicenda continua a offrire nuovi spunti di riflessione. Scottano le dichiarazioni provenienti dai diversi fronti del caso con Uefa, Fifa, Federazioni, giocatori e componenti vari del mondo calcistico che hanno fatto capire in tutti i modi di essere contrari al progetto rivoluzionario.
Di contro, i principali fondatori della nuova competizione ora sono a un bivio. Nemmeno 24 ore fa Florentino Perez ha definito la Superlega la salvezza del calcio. Mentre ieri, nel corso dell’assemblea straordinaria di Lega, il presidente della Juventus Agnelli si sarebbe rivolto agli dirigenti della A dicendo: “Vinceranno sempre Juventus, Milan e Inter? Ma è così da ottant’anni, mi pare”.
Gli sviluppi intorno al caso sono all’ordine del giorno. Intanto per commentare i fatti è intervenuto in diretta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Ecco l’intervento dell’On. Gasparri ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani durante “Lavori in corso”.
“Superlega? Non sono favorevole a questa vicenda perché oggi un episodio ci ha fatto capire in che mondo viviamo. Mourinho è stato mandato via dal Tottenham dopo 17 mesi. E dopo 17 mesi gli danno 17 milioni di buonuscita, non saprei come chiamarla.
È incredibile che vogliono fare questa Superlega. Perché lo fanno? Per massimizzare i loro profitti e non dividere con quelli minori. Come se in democrazia ci fossero solo quelli che vincono. Quelli che perdono li cancelliamo. Si chiama democrazia: ci sono quelli che vincono e quelli che perdono. E quelli che perdono vinceranno la prossima volta.
Quindi, alla fine, il tema sono i soldi. E questi grandi club sono come una persona che dipende da una sostanza stupefacente, da una droga, e ne vuole sempre di più.
Anni fa c’era una squadra di basket, non ricordo il nome, che faceva delle esibizioni: gli Harlem Globetrotters. Ma gli Harlem Globetrotters a quale campionato partecipavano? Nessuno, era un’esibizione. Era uno spettacolo perché erano dei fuoriclasse, ma era un’esibizione non era il campionato. Quindi se noi vogliamo fare questo, allora facciamo un carrozzone in cui salgono Lukaku, Ronaldo, ci sarebbe salito forse anche Totti. Ma Totti rifiutò persino di andare al Real Madrid, è rimasto nella sua città pur potendo guadagnare di più. Ora le bandiere non ci sono più, tutto è cambiato: ma perché devono decidere alcuni di cooptare gli altri?
Il problema è solo di soldi: parliamoci chiaro. Però qual è l’errore? Il calcio non ha mai avuto tanti soldi quanto adesso, grazie ai diritti televisivi. Ma guardi un po’, adesso che incassa quanto non ha mai incassato ha più debiti. Perché i soldi li spende male.
Ci vuole un po’ di realismo, bisogna ridimensionare. Se Messi guadagnava 100 milioni di euro invece che 500 campava lo stesso. Se tu hai uscite gigantesche non ti basteranno mai le entrate.
Alla fine sapete come finirà? Che non faranno la Superlega e che tratteranno condizioni di maggiore vantaggio nell’ambito delle competizioni attuali. Cercano soldi e si accontenteranno di un po’ di soldi in più. Il problema è che i soldi li buttano dalla finestra”.