Finalmente, è il caso di dirlo, approda in Parlamento il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo dovrà consegnare nelle mani dell’Unione europea entro il 30 aprile. Un insieme di progetti che segneranno “il destino del Paese”, come ha riferito di fronte alla Camera dei deputati nel pomeriggio il Premier Mario Draghi. Un richiamo alla portata epocale del Recovery per l’Italia, che darà “la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale”.
Ambiente, digitalizzazione, questione di genere, giovani, Sud: tutti temi sui quali si interverrà e investirà nei prossimi anni grazie ai fondi (circa 209 miliardi, la cifra di cui tutti parlano) destinati al rilancio dell’Italia. Certo è però anche che il Paese ha bisogno al più presto di una crescita economica, diventano mai come in questo momento fondamentali i tempi di attuazione dei progetti elencati da Draghi alla Camera. Ne è convinto anche il giornalista e fondatore de Il Fatto Quotidiano Antonio Padellaro, che ha manifestato tutte le sue perplessità in diretta con Luigia Luciani e Stefano Molinari.
Ecco l’intervento di Antonio Padellaro a “Lavori in corso”.
“Vedremo come saranno attuati i piani”
“Io mi approccio sempre con timore a questi piani. Ci sono elencate tutta una serie di misure che cambieranno le nostre vite. Io credo a quello che dice Mario Draghi, che è persona seria e autorevole. Lui ha espresso il suo convincimento che con questo piano si può cambiare l’Italia. I piani però vanno attuati. E vedremo come saranno attuati”.
Sarà davvero transizione verde?
“A proposito di transizione verde, che è un capitolo fondamentale del Recovery Plan, io leggo oggi sul Fatto Quotidiano un articolo di Angelo Bonelli (coordinatore nazionale dei Verdi). Ha analizzato il Recovery Plan versione Governo Draghi e ci dice per esempio che sul trasporto pubblico ‘per i treni regionali utilizzati dai pendolari si prevede l’acquisto di 53 nuovi treni, il piano del Governo Conte ne prevedeva 80’. ‘Mentre – dice Bonelli – attenzione che sono stati fatti favori all’Eni, alla Snam, per esempio sul piano nella finalizzazione delle risorse dell’idrogeno’. Tutte queste cose per dire che bisogna guardare bene dentro questo piano, credo che tutti lo faranno, per capire bene in che direzione andrà”.
“La ripresa serve adesso”
“C’è certamente la volontà di fare il meglio. Vediamo questo meglio. Intanto i tempi, che sono importantissimi. Ci vorrebbe il famoso cronoprogramma. Se accanto al testo del Recovery Plan ci fosse un elenco di date e scadenze, questo intanto metterebbe responsabilità alle amministrazioni per attuare le riforme. E secondo tranquillizzerebbe anche i cittadini. Io credo che debba esserci un rapporto tra il Recovery Plan e la ripresa dell’economia reale oggi, adesso”.