Il Covid non c’era, ma loro parlavano già di passaporto vaccinale ▷ Il summit del 2019 a Bruxelles

Green card, passaporto verde, green passport: comunque lo si chiami, l’idea di possedere una certificazione che attesti di essere vaccinati contro il Covid al fine di poter circolare liberamente tra i paesi sembra farsi ogni giorno più concreta. Quello del passaporto vaccinale, tuttavia, pare essere un progetto molto meno recente di come sembri.

La proposta da parte dell’Unione Europea di avere un generico passaporto vaccinale europeo, infatti, parte nel 2018, quando pandemie, città deserte e mascherine erano prerogativa soltanto dei migliori film apocalittici.

Per promuovere tale iniziativa, la Commissione Europea allora presieduta da Jean-Claude Juncker, in accordo con l’OMS, aveva istituito il Global Vaccination Summit che si tenne poi nel settembre del 2019. Un grande evento di portata globale attraverso il quale furono promossi i vaccini e tutta una serie di benefici ad essi collegati.

A parlare di questo evento passato in sordina ma su cui oggi ci si pone delle domande è Fabio Duranti che spiega: “Sapete cosa hanno detto? Che il mondo andrà vaccinato e che chi vuole lavorare dovrà essere vaccinato. Hanno detto che sarà necessario un passaporto vaccinale europeo”.

Una questione rispetto alla quale il direttore di Gazzetta Amministrativa Enrico Michetti ribadisce a più riprese l’illegittimità: “Il passaporto vaccinale è quanto di più incostituzionale ci possa essere. Se noi dividiamo la popolazione in soggetti perfetti, i vaccinati, e soggetti imperfetti, i non vaccinati, siamo alle soglie del nazismo. Nacque così la razza pura e quella impura”.

Con Francesco Vergovich, ecco il video dell’intervento.