Calenda ▷ “Conferenza Draghi confusa e deludente. Potremmo riaprire tutto il 15 maggio: ecco il nostro piano”

Una conferenza su due piani. Nel pomeriggio il Premier Draghi si è presentato in sala stampa per illustrare i risultati dell’incontro con gli enti locali sul “Recovery” e per aggiornare il Paese sulla campagna vaccinale. Questioni di economia e sanità, dunque. Le due macro-aree sotto osservazione dallo scoppio dell’epidemia, interdipendenti, perché l’una ha bisogna dell’altra per reggere.

Basta leggere e interpretare le parole pronunciate da Mario Draghi nella recente conferenza stampa per averne contezza: “Quanto più vacciniamo, tanto più possiamo pensare alle riaperture”. E il capo del Governo ha anche aggiunto che “migliore forma di sostegno all’economia sono le aperture, ne sono consapevole”.

Consapevole sì, ma date certe il Premier non le ha fornite: né sul ritorno alla normalità, né sul completamento delle iniezioni necessarie. Un discorso che il leader di Azione Carlo Calenda, ha giudicato ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, “deludente e poco chiaro” perché secondo l’ex ministro “non dà in un Paese provatissimo dei parametri chiari, realistici, basati sui fatti e sui dati”.

Ecco l’intervista a Carlo Calenda.

“Conferenza stampa di Draghi: confusa e deludente”

“Io l’ho trovata una conferenza stampa deludente e poco chiara.

La proposta che noi abbiamo fatto è abbastanza semplice, prende esempio da quello che è stato fatto in Gran Bretagna: tu entro il 15 maggio puoi somministrare circa 11 milioni di dosi, di fatto coprendo con almeno una dose tutti i soggetti sopra i 70 anni e tutti i soggetti fragili sotto i 70 anni. Questo vuol dire però essere estremamente impositivi sulle Regioni, cioè se le Regioni si mettono a vaccinare chiunque altro, tu gli stoppi le forniture dei vaccini. Se tu fai questo la nostra proposta è che al 15 di maggio tu puoi riaprire tutto. A patto che ci siano alcune altre condizioni. Prima: sviluppare la capacità di fare test molecolari. Secondo: avere una rete di protezione costantemente rafforzata.

Aggiungo che ci sono alcune cose molto contraddittorie, perché tu non puoi dire a un cittadino giovane chiamato a essere vaccinato ‘non capisco perché si vaccini’. Ma non è il cittadino italiano che non si capisce perché si vaccini, sono le regioni e il Governo che non gli devono proporre il vaccino.

Allora a me è sembrata una conferenza stampa molto confusa, che non dà in un Paese provatissimo dei parametri chiari, realistici, basati sui fatti e sui dati”.

“Su AstraZeneca comunicazione devastante”

“AstraZeneca è stata vittima di una comunicazione devastante. C’è stato più casino su questo vaccino che su qualunque altra cosa nell’universo. Anche lì non puoi continuare a dire ‘suggerito lì’, ‘aspetta forse è suggerito là’, ‘la stiamo rivedendo’: o un vaccino è sicuro e allora si fa, oppure è un vaccino non sicuro. Continuare a dire che è un vaccino sicuro perché la casistica dice 80 su 5 milioni di persone, però dire che è suggerito, è un messaggio contraddittorio”.

“Il Paese non si regge più in piedi”

“Noi siamo nel mezzo di una crisi di proporzioni stratosferiche, nel senso che il Paese non sta più in piedi. Non stanno più in piedi le famiglie, soprattutto non sta più in piedi chi non è garantito. Non possiamo non avere una road map. Oggi se tu dici di tornare alla normalità il 15 maggio, devo fare queste cose e contemporaneamente quello che faccio è darvi un ristoro pari all’80% del fatturato perso, per tutte le categorie di impresa. Do l’80% per un mese e mezzo: costa 85 miliardi e li proteggo. Se io continuo a dare una media del 20%, del 30%, dopo mesi di chiusura, tu le fai saltare per aria. E dopo ti costa molti più soldi. Per tutte queste cose non è possibile non avere una chiarezza di azione”.

“Il Governo deve avere una strategia”

“Il Governo è fatto per dire le cose in modo preciso. E questo è il momento di dire cosa hai in testa. Che può essere anche dire: ‘guardate, mi dispiace. Noi non seguiremo il modello inglese. Noi vaccineremo tutti due volte e quindi riapriamo a dicembre’. Devi dirlo però, perché siamo una popolazione che in questo momento è in una totale confusione. Devi fissare i parametri, ci vuole una strategia”.