E’ stato un fulmine a ciel sereno, e lo confermano molti parlamentari e vertici del PD: le dimissioni di Nicola Zingaretti non le aveva previste nessuno, e nessuno ne era informato.
Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni“.
Le reazioni degli esponenti Dem non sono mancate, ma tutte piuttosto compatte: ‘ci ripensi’ dicono in coro Boccia, Delrio, Franceschini; mentre Achille Occhetto parla addirittura di “una notizia tragica per la sinistra“.
Le dimissioni di Zingaretti lasciano di certo spaesati soprattutto per il momento, come conferma l’europarlamentare PD Alessandra Moretti.
Sentite cosa ci ha detto a ‘Lavori in Corso’.

Credo che la cosa fondamentale dovrebbe essere in questo momento parlare di contenuti. Il PD dovrebbe rilanciare i suoi contenuti sulla politica; smettere anche solo di parlare di correnti e di posizionamenti e iniziare invece a fare delle proposte politiche, perché noi dobbiamo ritrovare una nostra identità, non possiamo nasconderci dietro un dito: il PD è in crisi.
Aprire la crisi di un partito in piena pandemia mi lascia molto perplessa, perché abbiamo criticato Renzi per aver aperto una crisi di governo, e adesso apriamo una crisi all’interno del partito. E’ tutto abbastanza assurdo.
Sono molto perplessa, e la stessa perplessità non la ritrovo solo in chi non è della corrente zingarettiana, la ritrovo in tanti colleghi del partito che stanno esprimendo un esigenza: quella di aprire una discussione sulla politica. Capire il PD da che parte sta, quali sono le proposte”.

Capitolo vaccini

Abbiamo un problema tutto europeo, che è stato quello di non prevedere in anticipo la grande insufficienza della produzione europea di dosi. Da questo punto di vista stiamo facendo un lavoro importante per quanto riguarda i brevetti. Non dimentichiamoci che le case farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini hanno ricevuto finanziamenti pubblici dall’Europa, per cui anche quando si parla di brevetti l’Unione Europea dovrebbe avere una capacità d’incidenza maggiore. Qui però c’è tutta la partita sulla strategia vaccinale che invece è di competenza dei governi e delle regioni, per cui noi ci ritroviamo con regioni virtuose e altre che hanno il 30% di dosi nel freezer da distribuire“.