Un bazooka fiscale dal valore di 1,9 trilioni di dollari contro l’emergenza covid: questa la proposta di legge firmata di recente dal presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden. Per cercare di porre rimedio ad una vera e propri bomba sociale che rischia di esplodere negli Usa a causa dell’acuirsi delle disuguaglianze generate dalla pandemia, Biden ha predisposto l'”American Rescue Plan Act. “Una legge storica che riguarda la ricostruzione della spina dorsale di questo Paese – ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca – e che offre alla gente di questa nazione, lavoratori, ceti medi e persone che hanno costruito il Paese, una possibilità di rivincita”.

Ma la cifra davvero esorbitante predisposta dall’amministrazione americana induce una riflessione anche sulle conseguenze in materia economia e finanza. Da dove viene questi trilioni messi sul piatto? A lanciare l’allarme sui futuri scenari che si aprono dall’atto firmato da Biden è stato il giornalista Massimo Fini, che ai microfoni di Francesco Vergovich ha parlato di una riattivazione del “sistema che portò alla crisi del 2008 dei mutui subprime”.

Questa la spiegazione data da Massimo Fini a “Un giorno speciale”.

“C’è un’altra cosa però importante. Biden ha immesso nel sistema trilioni di dollari. Ma da dove vengono questi soldi? In realtà sono crediti verso il futuro. Si ri-innesca il sistema che portò alla crisi del 2008 dei mutui subprime, che erano crediti e a un certo punto si scopre che erano inesigibili. E’ un problema mondiale. Nel senso che il denaro circolante nel mondo è 365 volte di più del Pil totale del globo. E allora a che cosa corrisponde quel denaro lì? A niente. Ecco perché Merkel faceva la criticatissima politica di austerità in Europa, perché sennò vai incontro a bolle di questo genere. Purtroppo essendo globali, tu puoi fare una politica come ha fatto Merkel, ma se quegli altri fanno così fra 10 anni e anche meno avremo una bolla ancora peggiore di quella di Lehman Brothers.

Se tu leggi l’ultima pagina di “Denaro sterco del demonio” prefigura una bolla di denaro che ci ricade addosso. Prefigura la Lehman Brothers, ma in realtà prefigura un collasso più grande di quello che poi è stato Lehman Brothers. Un collasso che ci sarà, prima o poi. Non subito, perché cosa faranno se ci sarà un’altra crisi di una bolla speculativa? Ci metteranno altro denaro. Ed è come un debitore che per coprire il suo debito fa un debito ancora più grosso. Poi per coprire quel debito ne fa uno ancora più grosso, poi uno più grosso ancora, finché viene il momento in cui gli strozzini non gli credono più e non gli danno più denaro. La situazione è questa globalmente parlando, solo che siamo noi gli strozzini di noi stessi”.