Ho provato a considerare quelli che dicono che Amazon in fin dei conti consente prezzi più bassi al consumo e quindi le persone usano queste multinazionali per risparmiare. In termini immediati il discorso potrebbe anche calzare, ma facciamo un’analisi concreta di quello che succede.

Queste grandi multinazionali a partire da Amazon imperversano sul nostro territorio, riducono drasticamente i posti di lavoro, dopo il commercio e l’artigianato adesso anche nella ristorazione visto che faranno la distribuzione di cibo nelle case degli italiani, e poi non pagano le tasse. Per cui è una concorrenza più che sleale.

Si paga di meno un prodotto? È un trucco! Le tasse che non vengono pagate sottraggono sanità, scuola e trasporti agli italiani. Sottraggono denaro che va rimpinzato con altre tasse pagate, queste sì, dagli italiani.

Quello che non paghiamo sull’acquisto alla fine lo paghiamo nel corso dell’anno. Con servizi più scadenti e aumento delle tasse. Amazon si fa solo gli affari suoi e tra 10 anni il piccolo commercio quasi non esisterà più.

Quando si impianta un grande centro, come quello in Abruzzo, parlano di 3000 posti di lavoro in più: ma quanti sono quelli della catena del piccolo commercio che vengono a mancare? 15 mila. Quindi molti molti di più.

È un gioco al massacro per il popolo italiano e per i lavoratori. Lunedì prossimo, 22 marzo, i lavoratori di Amazon che sono molto spremuti e non possono parlare fanno sciopero. Diamo una mano: io non compro da Amazon, lunedì facciamolo tutti. Boicottiamo Amazon e le multinazionali che non pagano le tasse nel nostro paese.

3 minuti con Marco Rizzo


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