Pandemia e rilancio dell’Italia“: per ora sono questi i due punti focali inconfutabili che saranno nell’agenda del nuovo premier incaricato Mario Draghi. Non è ancora chiaro come o se ci siano i numeri perché quello che potrebbe essere il quarto Governo tecnico nella storia della Repubblica italiana, dopo Ciampi, Dini e Monti – tutti dopo il trattato di Maastricht – possa prendere forma.
Le forze del Parlamento per ora prendono tempo: il centrodestra aspetta di ascoltare le proposte dell’ex presidente della BCE, Matteo Salvini prospetta comunque l’elezione in tempi brevi, così come Fratelli d’Italia che però potrebbe astenersi nel momento della fiducia all’economista romano.
Non arrivano segnali positivi dal Movimento 5 Stelle, che potrebbe vedere una svolta in Rousseau, mentre le sole forze pienamente convinte della mossa di Mattarella, sono quelle del centrosinistra: in particolare si parla di un Renzi entusiasta, così come la fazione piddina.

Insomma, la politica per ora non ripaga Draghi con la sua arma tipica, quel “whatever it takes” (“a qualunque costo“) che non sta rilevando nelle sue prime ore da premier incaricato. Le cose però potrebbero cambiare presto, anche nell’opinione pubblica italiana, che è risaputo essere plasmabile nel giro di poche riforme.
Chissà quali ne metterà in campo Mario Draghi: proprio agli esperti del campo abbiamo chiesto come vedono l’entrata in scena dell’ex presidente della BCE.

Con Roberto Pruzzo, Nando Orsi, Stefano Agresti e Furio Focolari siamo usciti per un attimo fuori dal pallone: ecco le loro opinioni sul nuovo premier incaricato.