Si è tenuto oggi il primo vero discorso del neo-incaricato Premier: al Senato, nel richiedere la fiducia, Mario Draghi ha spiegato per la prima volta quali sono le intenzioni del Governo su come affrontare la crisi economica e sanitaria scatenata dalla pandemia.

C’è qualcosa, però, che sfugge sul programma: quale sarà concretamente la posizione di Draghi a proposito di tasse e tagli alla spesa pubblica?

Nei giorni scorsi è giunta la lettera che i Commissari Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni hanno inviato in risposta a una precedente lettera del Ministro dell’Economia uscente Roberto Gualtieri in cui si parla del patto di stabilità.

“In questa lettera – ha spiegato ai nostri microfoni il Prof. Valerio Malvezzi si dice chiaramente che bisogna fare la lotta all’evasione fiscale, far scendere il debito-Pil a partire dal 2022 e tornare al rapporto debito-Pil del 135%”. In poche parole: aumentare le tasse e tagliare le spese.

Draghi agirà da banchiere o da Premier? Farà gli interessi degli italiani? Se n’è discusso in diretta a ‘Un giorno speciale’: ecco cosa hanno detto l’Economista Valerio Malvezzi, Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“In questo momento Draghi non è un banchiere, è il Presidente del Consiglio italiano. La questione è politica ed è che il parlamentare deve chiedere al Presidente se continua a ragionare come il banchiere oppure come lo statista italiano.

Patto di stabilità: pochi giorni fa a firma congiunta dei commissari tra cui Gentiloni arriva una lettera in cui si dice che bisogna fare la lotta all’evasione fiscale, far scendere il debito-Pil a partire dal 2022 e tornare al rapporto debito-Pil del 135%. Quindi più tasse e meno spesa pubblica.

Se questo è il contenuto della lettera bisogna chiedere a Draghi: lei andrà in Europa a dire che questa è carta straccia sì o no? Non c’è un’altra strada. Se noi accettiamo ciò che c’è scritto in quella lettera noi distruggiamo il paese. La questione è strettamente politica: Draghi è a favore o contro? Perché se noi manteniamo il patto di stabilità avremo una strada segnata che è quella delle lacrime e del sangue: aumentare le tasse e tagliare le spese. Loro lo sanno, non possono far finta di nulla”.