Ci sono dei problemi con il voto del Senatore Ciampolillo“, esordisce la Presidente Casellati. Così inizia l’epopea: l’Italia col fiato sospeso sul voto di due Senatori in particolare, appunto, l’ex grillino e il socialista Nencini, coniatore del simbolo di Italia Viva che però dice di non essersela sentita di votare contro il PD, sua alma mater.
Non c’è l’orario in cui i due avrebbero votato quello che poi è risultato essere un sì finale importantissimo per un nuovo Governo Conte: due voti che consente al Presidente del Consiglio di superare quota 155 senatori che, calcoli matematici a parte, sarebbe stato il numero sotto il quale per molti un nuovo governo non avrebbe potuto vedere la luce.

Ma cosa accadeva al Senatore Ciampolillo alle 22.13 di un martedì sera di coprifuoco? Difficile che abbia trovato traffico, sostiene il direttore della gazzetta amministrativa Enrico Michetti in diretta, più probabile che invece il voto arrivato a fior di palo e rivisto al Var sia invece frutto di ben altre vicende e relazioni.
Michetti ci ha detto di più in diretta: ecco il suo intervento.

Mattarella? E’ lui che può decidere, è lui che deve indirizzare il Paese, è lui che deve dare i suggerimenti perché si intraprenda una strada che non sia quella di impedire ad altri di fare qualcosa o di porre in essere tutti i vizi più biechi della natura umana che portano alla contrapposizione delle classi sociali, allo svilimento di tutti i diritti fondamentali di questo paese.

Su questo lo spettacolo è completo. L’ultimo senatore che doveva votare lo ha fatto alle 22.14 in seconda chiamata. Potreste pensare che non è riuscito a raggiungere il Senato alle 21.30 quando è iniziata la prima chiamata, ma cosa c’era a Roma in quel momento? Un Traffico bestiale? Cosa ha fatto da impedimento a questo soggetto? Nulla se non una trattativa in corso logorante del do ut des in cambio del mio voto.
Gl interessi del Paese si dovrebbero fare nella massima terzietà guardando a 60 milioni di persone, non promettere il mondo ad un senatore per passare da quest’altra parte. Io ho visto al Senato delle cose ignobili.
Vendere a brandelli parte del Paese per avere un sì in più alla fiducia è ignobile!

Si deve sfatare il luogo comune che andare al voto provocherebbe dei traumi, perché dal punto di vista costituzionale il Governo in carica può attendere a tutti gli affari correnti, che non sono la gestione ordinaria, ma tutti gli affari in itinere che l’esecutivo può portare avanti.
Tutti i poteri straordinari sono azionabili. L’unico potere che gli viene precluso è iniziare a trattare argomenti nuovi, perché un governo sfiduciato o che comunque sta al capolinea deve occuparsi proprio della locuzione, affari correnti, e lasciare al governo venturo gli affari successivi. Non ci sono traumi, allora meglio andare a votare laddove non si riesca a fare un governo istituzionale
“.