A pochi giorni dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, l’insofferenza dei cittadini si fa sempre più evidente. Le restrizioni del periodo natalizio facevano sperare in una riapertura imminente, ma di riapertura in questo inizio 2021 si è parlato solo per riferirsi alle proteste dei ristoratori che hanno deciso di non chiudere per ribellarsi alle nuove misure adottate dal Governo.

Proprio quanto accaduto in queste festività ha sollevato i maggiori sospetti: perché nonostante la chiusura i contagi sono aumentati?

Secondo la Dott.ssa Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, nelle misure che sono state adottate per arginare il nuovo coronavirus ci sarebbe un “vizio di forma iniziale”: il lockdown, sostiene, in un paese democratico non può e non poteva funzionare. Anzi, proprio queste misure, aggiunge, stanno innescando un pericolo ben peggiore nell’immediato futuro.

Lo ha spiegato in diretta a ‘Un giorno speciale’ in questa intervista di Fabio Duranti e Francesco Vergovich. Ecco i dettagli.

“Noi abbiamo avuto un vizio di forma iniziale: la Cina è intervenuta con un lockdown generale e tutti abbiamo copiato. Ma la Cina non era imitabile. L’errore di fondo è stato credere che chiudendo due mesi avremmo ottenuto lo stesso risultato.

Dopo, quando abbiamo capito di più cosa fosse, quando abbiamo visto che malgrado le misure i morti non sono diminuiti, sarebbe stato utile analizzare il problema da più punti di vista e fare un’analisi di rischio-beneficio. Perché 80 mila morti per Covid sono inaccettabili, ma io penso che avremo un numero molto molto più ampio di morti nel tempo dovuto alle conseguenze delle misure che stiamo adottando adesso. Mi riferisco a una mancata sanità, alle interruzioni di chemioterapie, alla mancata prevenzione ai tumori, alle interruzioni delle sale chirurgiche. Questo è inaccettabile.

Non siamo in grado oggi di pensare a quante migliaia di vittime stiamo provocando nel tempo gestendo così l’emergenza.

Questo è quello che mi fa più paura: i malati che non hanno sintomi da covid non hanno l’accesso alle strutture sanitarie, non hanno le sedute chirurgiche che assicurano la soluzione di problemi chirurgici, non abbiamo la prevenzione che sarà un carico di vite umane e di economia sanitaria nel prossimo futuro”.