È innegabile per chiunque abbia ancora la facoltà di discernere che il clima diventa ogni giorno più cupo, che ogni giorno si sta respirando un’aria da regime, che sempre più palesemente libertà e democrazia sono sotto sequestro.
Basti considerare oltretutto le considerazioni svolte sull’Ansa in data 8 gennaio 2021: “Facebook rimuove pagine di associazioni contrarie ai vaccini, il virologo Burioni esulta per la notizia. Colpito anche il Comilva, coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione, che farà ricorso“.

Due brevi considerazioni mi siano consentite.
Prima considerazione: le parole sono importanti, lo sappiamo, e le espressioni debbono essere analizzate con precisione. Dunque domando: erano associazioni, quelle delle quali Facebook ha rimosso le pagine, contro i vaccini o per la libertà di scelta vaccinale?
Le due cose, si badi, non coincidono. Si può benissimo essere a favore dei vaccini e insieme contrari alla loro imposizione.
Detto altrimenti, il singolo può benissimo essere favorevole a sottoporre se stesso ai vaccini e al tempo stesso contrario a far sì che sia imposto il vaccino anche agli altri, preferendo invece la via dell’educazione.

Dire che la contrarietà ai vaccini e la libertà di vaccinazione coincidono è ideologia allo stato puro. Più precisamente si pretende di distruggere la libertà di vaccinazione identificandola con la tesi assurda della contrarietà apriorica ai vaccini.
Detto altrimenti, se essere contrari aprioricamente ai vaccini è una follia, propugnare l’idea della libertà di vaccinazione e insieme proporre un’educazione al tema dei vaccini fa parte – credo – quintessenzialmente di una democrazia.

Seconda considerazione sul silenziamento coercitivo o più precisamente sull’oscuramento di alcune pagine in cui si esprimono opinioni (non confutate scientificamente, si badi): l’esultare del virologo Burioni per cotale gesto, si inquadra come un gesto scientifico?
Può davvero la scienza esultare quando a qualcuno venga impedita la possibilità di esprimere espressioni, pur scientificamente criticabili?
Non deve forse la scienza – Galilei docet – procedere confutando e non silenziando?

A ben vedere la vicenda di Galileo è emblematica: Galileo fu silenziato non in maniera scientifica, ma in maniera inquisitoriale. Ebbene, può davvero dirsi scienza quella che silenzia l’interlocutore o che giubila per il suo silenziamento?
La scienza, come ci ha insegnato Galilei, dovrebbe procedere confutando le visioni scientifiche sbagliate, non impedendo a chi è portatore di visioni scientifiche errate di esprimere la propria tesi, che deve essere espressa e sostenuta per poi essere confutata in nome della scienza.

Ecco allora che le parole hanno la loro importanza. Ecco allora che forse il clima che stiamo respirando difficilmente può ancora dirsi nell’alveo di una democratica discussione libera delle visioni scientifiche o meno.
Siamo entrati in un ordine del discorso che tutto è, fuorché scientifico.

Del resto si noti l’importanza di questa espressione: “La disinformazione può uccidere come il virus”. Così’ si dice in questi giorni.
Ebbene, questa frase intrinsecamente autoritaria è il nuovo manganello con cui, sappiatelo, colpiranno ogni pensiero non allineato che verrà liquidato come disinformazione, che uccide come il virus.
E che dunque deve essere trattato di conseguenza.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro