Vaccino-Day: in Italia e nel resto d’Europa ha preso il via ufficialmente la vaccinazione contro il Covid-19. A fare da apripista l’8 dicembre era stato il Regno Unito, ma a partire dal 27 dicembre anche il nostro Paese ha iniziato le somministrazioni.

Come si conviene alla nuova epoca dei social, il tutto è avvenuto a favore di telecamere, cosa che non è passata inosservata all’occhio critico del giornalista Daniele Capezzone al quale le innumerevoli comparse di Ministri e Commissari nei vari telegiornali hanno ricordato i cinegiornali Luce.

Che ne è nel frattempo delle indicazioni sulla prossima apertura del paese? Secondo il giornalista una parte della maggioranza starebbe pensando a una riapertura solo dopo l’ultimazione della campagna di vaccinazione. Si parla di 10-11 mesi dunque: il Paese riuscirà a reggere?

A farlo notare in diretta ai nostri microfoni è proprio Capezzone che commenta: “La realtà è che questi hanno in testa un percorso di 10-11 mesi, come possono pensare che un negozio, un ristorante, una partita Iva reggano con due spiccioli di sussidio?”

In questo video l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“In parallelo con l’operazione vaccini va organizzata la riapertura del paese. Chiunque pensi come sento dire nella maggioranza che prima si fa a vaccinazione e poi si riapre, vuole il fallimento del paese. Chiunque vive nell’economia reale capisce che così uccidi il paese.

E poi la cosa drammatica è che il piano vaccini non c’è. Ci prendono in giro con le cose scenografiche alla Casalino, il camion che arriva, scaricano… Hanno fatto il Vaccination-Day, peccato che mancasse il vaccino. A giugno scorso il Presidente Conte e il Ministro Speranza dichiaravano di essere pronti a sottoscrivere un accordo autonomo per un numero grandissimo di dosi, poi a un certo punto marcia indietro: no, ci affidiamo a mamma Europa. E tra mamma Europa che fa quello che fa e mamma Italia che non si organizza cosa resta? Resta il cinegiornale Luce con Ministri e Commissari che vanno in TV, Tg1, Tg3, Tg speciale, ma la realtà è che questi hanno in testa un percorso di 10-11 mesi. E aggiungono anche ‘se va tutto bene’, figurati se va tutto male.

Noi andiamo in contro al semestre più difficile dal 1948 ad oggi: come possono pensare che un negozio, un ristorante, una partita Iva reggano con due spiccioli, che forse arrivano, di sussidio per altri 10 mesi?

Hanno fatto tardi sulle mascherine, sui respiratori, sulle terapie intensive, sui trasporti, sui vaccini, però per il resto va tutto bene… o no?”