Se vi chiedessimo di elencare tutti i difetti della politica nostrana e fare alla fine della lunga lista una classifica, ne sareste capaci senza difficoltà?
La risposta la conoscete già, ma per nostra fortuna antiche civiltà prestigiose accorrono in nostro aiuto: è il cursus honorum che più d’ogni altra qualità manca ai nostri rappresentanti secondo il Prof Enrico Michetti. Un percorso di professionalizzazione verso una professione che Einstein definiva “più difficile della fisica”, è secondo il direttore della Gazzetta Amministrativa ciò che più manca a chi siede ora in Parlamento.

Non si spiegherebbero altrimenti interessi e principi prima promossi e declamati nei balconi, salvo essere calpestati qualche momento dopo aver varcato la soglia di Montecitorio. “La politica, nelle risorse umane che la rappresentano, è andata sempre più a scadere – ha commentato Enrico Michetti in diretta – avevamo bisogno di persone che andassero al Governo come il meglio di una società, ossia persone libere e degne, non soggette a un ricatto continuo”.
Ecco l’intervento in diretta.

https://youtu.be/8AqnUO0xRxI

“C’è un discorso che investe tutta la politica italiana: non c’è progettualità, orizzonte e prospettiva. La politica, nelle risorse umane che la rappresentano, è andata sempre più a scadere.

Il taglio del finanziamento pubblico ai partiti che fu utilizzato soprattutto come ridono elettorale, la prima cosa che ha determinato è il taglio delle scuole di partito e il taglio delle sezioni. Così hai tagliato il rapporto osmotico tra il cittadino, il territorio e i vertici delle istituzioni.

Se c’è stata una deriva verso il basso è perché una parte della Prima Repubblica non è riuscita a comprendere quali fossero le riforme importanti da fare per il paese per poterlo condurre verso un futuro. Prima arrivavi in Parlamento dopo anni. Non è che dalla sera alla mattina prendevano il primo disoccupato e gli davano un’occupazione in Parlamento. Hai creato un soggetto che è disposto a vendere tutto se stesso e a perdere qualsiasi dignità pur di rimanere su quello scranno“.