Roma si prepara alle elezioni: da parte del Leader di Azione Carlo Calenda nessun cedimento per scendere a patti con PD o Movimento 5 Stelle alla corsa verso il Capidoglio. Per le Comunali però c’è il rischio di rinvio, ma lo stesso Calenda non si tira indietro e accetta volentieri qualsiasi spostamento del voto affermando: “Una cosa estrema ma necessaria“.

Il candidato è intervenuto in studio durante la trasmissione di “Lavoro in corso”. Si è parlato infatti di elezioni ma anche dell’operato della sindaca Virginia Raggi (senza dimenticare i compagni di partito) durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, della frattura con PD e M5S e della questione immigrazione, sulla quale il leader di Azione non le ha mandate a dire a nessuno.

Ecco l’intervista completa di Luigia Luciani e Stefano Molinari.

“Abbiamo messo un venditore di bibite in un ministero enorme e eletto una sindaca senza competenze: è il momento di cambiare”

Elezioni e giochi politici

“Secondo me lo spostamento del voto a giugno è una cosa molto estrema: facciamolo in sicurezza, ma facciamolo.

Processo Raggi? Mi ero augurato l’esito prima che succedesse. Il reato non è tale da implicare un suo passo indietro. Detto questo sono stato contento e le ho fatto i complimenti. Virginia Raggi va sconfitta come tutti i politici alle elezioni, non dalla magistratura.

Non sto capendo molto di quello che sta accadendo dal punto di vista politico. Il M5S e il PD volevano fare un’alleanza ma per fare tale alleanza c’erano due persone di troppo: io e la Raggi. Oggi siamo in campo solo noi due. Il PD può decidere di non appoggiarmi e andare con il M5S, non ho niente da pretendere, però quello che dico è di fare una scelta.

Ho ricevuto molte critiche da loro senza ricevere un nome. E’ possibile che il partito più forte (probabilmente) della Capitale oggi non ha un nome? Io ho aspettato per molti mesi e continuerò a farlo.
Il lavoro sul programma è molto lungo e complicato e lo voglio fare in modo approfondito, c’è tutto il tempo per farlo. Non correrei da solo.
Azione è molto radicata. Se poi però leggendo il programma ti dicono ‘eh no, l’AMA con Acea non ce la voglio mettere’ o cose simili, allora non va bene. Non si può fare un accordo per non governare Roma, perché il PD un po’ di problemi di classe dirigente in questa città ce li ha avuti. Mantengo le porte aperte per cambiare la città e non per farla rimanere com’è.

Roma non può più durare così. Se c’è un problema di distribuzione dei vaccini e siamo in lockdown con ondate, una dietro le altre, questo Paese è finito. Roma non ha industrie e ha una struttura economica che va ridimensionata. Io l’ho già fatto e lo sto riapprofondendo con le strutture mutate”.

Smart Working

“Dipende dal tipo di lavoro che fai ed è più produttivo in alcuni lavori e meno in altri. Non dobbiamo passare dall’idea che è un male all’idea che risolve tutto. Il contatto tra le persone genera un bene. Il fatto che tutta l’amministrazione pubblica è in smart working è un problema significativo.
Se la nostra vita si deve esaurire dentro le mura domestiche un po’ di alienazione ci viene. Ho tre figli piccoli e quello che fa la DAD è disperato”

Covid, il silenzio di Virginia Raggi

“Io penso soprattutto a ciò che l’amministrazione non ha fatto e poteva fare. Se tu fai l’accordo con i bus turistici per integrare il servizio Atac che non funziona a metà della seconda ondata allora cosa hai fatto prima? Questo tema è gigantesco. Roma non ha messo in piedi nulla di specifico che ha funzionato per il Covid, ancora di più delle dichiarazioni. Anzi, durante questo Covid Roma si è ricoperta di piste ciclabili. Lei si è dedicata a questo e non a tutto quello che un amministratore dovrebbe fare.

E’ una roba che sta diventando surreale e l’ho detto alla Raggi. E’ tutto un lavoro non strutturale e profondo. Non si è mosso niente.
Quello che è successo ieri è indignitoso, hanno tagliato i finanziamenti per il completamento della linea C che è fondamentale. Per cui quello che è vero è che il Governo se ne frega altamente, la Raggi fa un po’ casino e quello che comunque non funziona a Roma non sono i poteri speciali ma è la questione della progettualità. Ci dobbiamo levare questi alibi e pensare a Roma su due piani: le capacità gestionali e avere un piano a più ampio respiro dove servono poteri e risorse.

C’è un problema generalizzato: la politica da noi in Italia è diventata un gettone tra tifoserie. Virginia Raggi non poteva fare il sindaco di Roma per la semplice ragione che non aveva alcuna esperienza gestionale, faceva l’avvocato appena entrato in uno studio legale. Chi l’ha messa a fare il sindaco di Roma, cioè gli elettori, hanno preso un abbaglio. Dobbiamo guardare alle competenze gestionali. Perché un professore universitario può essere bravissimo, ma non ha le competenze gestionali”.

Distacco dal PD

“Ama, ATAC e vigili urbani hanno un problema di organizzazione del lavoro. Una delle ragioni per cui questo problema non si riesce a risolvere è perché i sindacati di queste aziende sono conservatori ossia accettano poco i cambiamenti. E senza non funzioneranno mai.
Non voglio privatizzare, penso che vadano accorpate: AMA deve stare con Acea. Acea ha gli impianti e noi abbiamo un problema oggi è che mandiamo tutto fuori Regione. Questa è la differenza tra avere un sistema che funziona e che non funziona. Se la risposta del Partito Democratico è no a questo, io non vado con il partito. Perché certamente quello che non faccio è costruire un alleanza con quello che non tocca la palla. Nella mia vita non l’ho mai accettato. Posso fare tutto per la politica ma non perdere la reputazione.

L’Acea ha una linea di Termovalorizzazione. Raddoppiare quella linea non è un impatto gigantesco. Oggi quella linea serve molti dei rifiuti del Lazio. Dovremmo essere una delle poche aree cittadine dove il problema degli impianti non si deve porre”.

Capitolo Immigrazione

“Salvini va al Governo e dice che espellerà 600mila migranti in un anno. Ne espelle meno di Alfano. Poi ci va la sinistra che si tiene fino all’altro ieri i Decreti Sicurezza e non fa nulla sull’integrazione. Io sarei estremamente intransigente sull’ingresso di nuovi migranti economici in Italia. Questo non vuol dire farli affogare. Io sono per l’integrazione e la gestione seria e per essere molto intransigente sugli ingressi perché non li riusciamo a reggere. I nostri servizi sono già un casino per i nostri cittadini.

Spesso mi dicono “io la voterei, ma sono di destra”, e quelli di sinistra mi dicono “io la voterei, ma sono di sinistra”. Pensano tutti che sia della fazione opposta.
A forza di fare così abbiamo messo un venditore di bibite in uno dei ministeri più grandi della storia cioè il Ministero dello Sviluppo Economico. Allora o vi decidete a guardare l’esperienza e il curriculum in modo serio oppure vi tenete questa classe dirigente politica ma poi non vi lamentate. Questo Paese muore di melassa retorica, io sono diretto”.