Juve-Napoli si rigioca: il Collegio di Garanzia del Coni ribalta totalmente i primi due gradi della giustizia sportiva emanando una sentenza radicalmente in opposizione con la Federazione. Tolto il punto di squalifica ai partenopei, tolti i tre punti virytualmente assegnati alla Juventus, che dovrà tentare di riprenderli sul campo: la partita che si sarebbe dovuta giocare domenica 4 ottobre, alla terza giornata – quindi a campionato appena incominciato – rischia seriamente di non potersi recuperare prima di maggio.

Uno scenario inaspettato, ma già prospettato dall’Avvocato Matteo Raimondi, che non è stato colto di sorpresa dalla sentenza del Collegio di Garanzia, e che sulle nostre pagine aveva già previsto un esito di questo tipo sulla sentenza, probabilmente destinata a fare giurisprudenza: “Nel momento in cui il protocollo FIGC rinvia alla circolare ministeriale e questa circolare dà il potere alle ASL di poter o non poter provvedere in tal senso, a mio avviso il Napoli è in una botte di ferro da questo punto di vista”.

Proprio per questo abbiamo chiesto all’avvocato Matteo Raimondi di dirci di più a riguardo: ecco il suo commento.

La sentenza del Collegio di Garanzia del Coni salva la Federcalcio (non a caso la stessa non si è costituita dinanzi all’ultimo organo della Giustizia Sportiva) da una richiesta di maxi risarcimento danni che il Napoli avrebbe presentato in un eventuale e successivo ricorso al Tar, peraltro con ottime probabilità (almeno in parte) di accoglimento della stessa.

In attesa delle motivazioni della sentenza del Collegio, appare evidente (lo era a dire il vero già in prima facie) la severa “bocciatura” delle prime due sentenze della giustizia sportiva e delle motivazioni su cui le stesse si sono fondate. I primi due verdetti, ora definitivamente ribaltati, vertevano, infatti, su questioni – come la condotta degli azzurri (non a caso lo stesso Procuratore nazionale dello Sport Flammini Minuto ha definito tale condotta “non rilevante” nel procedimento oggetto del contendere) nonché la carenza di legittimità del provvedimento della Asl – assolutamente non pertinenti / irrilevanti ed, in ogni caso, non opponibili alla società partenopea. 

Il protocollo era e rimane lacunoso, in quando concede l’ultima parola sulla gestione dei casi di positività all’Asl territorialmente competente.

Il Napoli non poteva per l’effetto esimersi dal rispetto del predetto provvedimento così come non potranno farlo altre società nel caso di successivi e analoghi provvedimenti. Un’ultima considerazione doverosa è relativa al principio dell’autonomia della Giustizia Sportiva che subisce un altro duro colpo dopo questo verdetto. Non si può, tuttavia, da un lato rivendicare la propria indipendenza e dall’altro non strutturarsi per esserlo realmente, dotandosi al contempo di leggi e protocolli certi al fine di mettersi al riparo da eventuali (nel caso de quo addirittura certi) ricorsi alla giustizia ordinaria”.