Se dovessimo valutare le statistiche della partita, alla fine del primo tempo, in vantaggio sarebbe dovuta essere l’Udinese; ma il calcio va oltre queste ultime, e la logica umana per questo mi piace; per questo ci piace.

Il possesso palla nei primi 45’ è a vantaggio dell’Udinese (56% su 44%). I friulani effettuano 252 passaggi contro i 207 dei campani. La precisione dei passaggi è in favore sempre dell’Udinese (85% su 80%) ma la Strega oggi ha avuto un Caprari eccezionale. Il primo tempo dell’attaccante romano, con i suoi 176 centimetri d’altezza, è stato senza dubbio superlativo. In campo è diventato il vero gigante, insieme a Schiattarella. 

Al 9’ del primo tempo, Caprari, in crescita partita dopo partita, su assist di Insigne, fa un bellissimo gol di sinistro e si va a prendere il thè con una certa serenità. 

Nel secondo tempo l’Udinese preme con maggiore intensità da raddoppiare possesso palla e passaggi fatti. Ma la squadra di Inzaghi è ben piantata sul campo. Ci sono momenti in cui su nota la perfetta geometria sullo spazio di gioco: ora i giocatori sono disposti in un perfetto 4-3-3 ora in un 5-3-2, difensivo.

L’aspetto più importante della squadra di Vigorito è che finalmente i giocatori, giocano uno per tutti e tutti per uno, che non hanno più paura, e che hanno superato il complesso d’inferiorità, delle prime partite.

Lapadula fa il solito gioco scuro, ma secondo il mio punto di vista, dovrebbe allenarsi con maggiore impegno per eliminare gli errori di base e imparare a girarsi velocemente e avviarsi verso la porta avversaria. Inoltre, dovrebbe allenare di più il suo piede destro. Nulla invece gli posso dire sulla volontà e l’impegno fino allo spasimo. In ogni modo, lo si vede più veloce delle partite precedenti. Insigne oggi è quasi invisibile.

Al 60’ entra Dabo al posto di Ionita, che non ha sfigurato. Sempre al 60’ Insigne apparentemente arrabbiato lascia il posto a Tello. Al 65’ Bonifazi a Deulofeu, che subito dopo prende un pestone e deve uscire dal campo. Al 65’ Arslan lascia il posto a Walace. Al 70’ Lapadula, al giovane Di Serio, che minuti dopo minuti, acquisisce sempre maggiore esperienza e sfacciataggine. Sempre al 70’ Improta, che come sempre consuma l’anima sul campo con quella sua faccia sioux, lascia il posto a Foulon. Così Inzaghi si piazza col 5-3-2 per opporsi in modo efficace agli attacchi dell’Udinese rinvigorito dall’entrata di Nestorovski e Avest. 

Al 77’ minuto Caprari, a coronare la sua più bella partita fino ad oggi, con questa sua nuova squadra, inventa un assist tagliente sul quale si catapulta Letizia, che con una finta frutto di grande esperienza mette a sedere la difesa friulana e poi colpisce la palla con violenza, da un punto del campo molto difficile. Musso cerca di smanettare ma probabilmente non vede neanche la palla. 

All’81’ esce Caprari e si prende gli applausi dei pochi colleghi. Al suo posto entra Sau, che s’impegna come in ogni partita ma in questa, non ha la possibilità di esprimersi come in quella precedente. 

All’83 De Paul, colpisce la traversa su punizione.

Il Benevento continua partita dopo partita a dimostrare che Inzaghi conosce il gioco del calcio. Come detto negli articoli precedenti sulle partite della strega, la squadra ha perso la paura della serie A e secondo la mia previsione, darà filo da torcere a tutte le altre squadre del campionato.

Oggi si sono messi in luce Glik, Barba, Tuia, Letizia, Caprari, Schiattarella (dopo un colpo ricevuto ha sbagliato 4 passaggi, ma la sua prova è stata positiva) e Improta. Il  giovane portiere di Novara, Montipò, è stato bravo e sicuro, pur se a volte, porta gli spettatori ai confini dell’infarto.

Campani a festa, quindi, in questi giorni. 

Mimmo Politanò