La prima, tremenda caduta del Milan. Yusuf Yazıcı si porta via il pallone e un ricordo da raccontare ai nipoti: tre gol a San Siro sono tanta roba perfino contro questo Milan, irriconoscibile come Ibrahimovic.
Lo svedese fa più paura al Lille per il nome dietro la maglia, che per le mosse di taekwondo con cui in genere infila i portieri avversari. E allora, ci pensa Yazici a dare spettacolo: sale in cattedra e segna tre gol in una serata in cui sembra riuscirgli qualunque cosa gli venga in mente, probabilmente a causa di una trance agonistica che solo tre gol a San Siro possono propiziare (oltre a un errore grossolano di Donnarumma).

Il Milan si arrende di fatto al minuto ’62, quando appare il numero 11 sulla lavagnetta del quarto uomo.
Sconsolato lo svedese va in panchina, mimando gesti e parlando con gli occhi, ma la sostituzione di Pioli è tutt’altro che una rinuncia ad avere in campo un fuoriclasse che la può svoltare in qualsiasi momento: domenica c’è il Verona, e lì è davvero vietato sbagliare per non far pensare di essere tornati quelli dell’anno scorso.

La sconfitta contro il Lille non fa comunque presagire ad una cosa del genere. I francesi disputano il match migliore della stagione, potendo disporre di un Yazıcı alla Ibra e un Renato Sanches che dopo essere sparito dai riflettori, sceglie la Scala del calcio per tornare a far parlare di sé.

Una nota lieta c’è anche per Pioli, che rinuncia a strigliare i suoi a bordo campo quasi come un padre troppo deluso per poter sgridare il figlio. Si chiama Brahim Diaz, sul quale il Real Madrid ha imposto il diritto di “recompra”, e abbiamo capito pure il perché. Supera avversari e fa da metronomo non potendo però contare sulla lucidità di Kessie né del subentrato Calhanoglu, ma neanche di Tonali che si fare la lezioncina dal subentrato Bennacer.

Giusto non fare ramanzine davanti le telecamere. Prima o poi si doveva cadere, ma ora Pioli deve farsi sentire, perché un Milan così non lo vogliamo più vedere.