Procede a ritmo incessante l’azione del Governo per contrastare l’emergenza in atto nel nostro Paese. Dopo la suddivisione cromatica in tre zone (gialla, arancione e rossa) ieri il ministro Speranza ha adottato un provvedimento che sancisce il passaggio di colore, e quindi di regime restrittivo, di cinque regioni: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana, che passano dal giallo all’arancione da domani mercoledì 11 novembre.

Ancora una volta, almeno per il momento, sembra aver scongiurato il pericolo di chiusura una delle regioni più discusse, la Campania. Qui, come anche accaduto nel Lazio e in altri trafficati centri italiani, nel fine settimana passato si è assistito a scene di assembramenti che hanno alimentato la polemica.

“Abbiamo assistito a qualcosa che assomiglia molto a un suicidio di massa”, ha commentato categorico il direttore de “Il Messaggero” Massimo Martinelli, ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Questa l’opinione del direttore Martinelli a “Lavori in corso”.

“Scene di Roma assomigliano molto a un suicidio di massa”

“Roma rifiuta di essere una città normale. Abbiamo assistito a qualcosa che assomiglia molto a un suicidio di massa. I medici di base hanno assistito a delle statistiche che sono preoccupanti negli ultimi 20 giorni. Il picco di persone sottoposte a tampone proviene da chi dice di essere stato a feste e cerimonie. E poi vanno a fare il tampone e un’altissima percentuale di persone risulta positiva.

Nel Lazio ci stiamo autoguidando verso il regime di massima ristrettezza. Quel regime lì avrà ripercussione enormi per i nostri, commercianti, negozianti, il nostro turismo e benessere. Mi viene da pensare che ci stiamo facendo del male da soli”.

“Ci aspettavamo una maggiore ristrettezza in Campania”

“A proposito di Regioni che entreranno in un regime di ristrettezza maggiore, ci aspettavamo anche la Campania. Dove, tra l’altro, domenica si sono viste scene simili a quelle di Roma. Addirittura c’era gente che faceva il bagno e dall’altra parte della strada persone che venivano curate in macchina. Quelle scene lì fanno capire che è in corso un cortocircuito mentale nella testa di molti di noi. Non trovo altre parole per definire questi comportamenti”.

“Qual è la strategia del Governo?”

Mancano i controlli. Il Governo ha deciso questa condotta blanda di raccomandazioni. Se siamo in guerra non possiamo sparare a salve. Se andiamo avanti così, a Natale chiuderemo. Ma il Governo ha una strategia oppure la strategia è di tenere chiuso a Natale e riaprire il 7 gennaio e allora sta facendo montare il contagio?”.


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