Soffiano venti di lockdown nell’Italia del tricolore. Non del tricolore classico, bensì di quello pandemico caratterizzato dal giallo, arancione e rosso.
Ebbene sì, si sta avverando (anzi, di fatto è già realizzata) la profezia sull’andamento a Yo-Yo della pandemia: dopo la Fase 2 – dico già da tempo – non si tornerà alla fase di normalità, ma alla Fase 1. La pandemia seguiterà quindi per molto tempo ancora. Del resto è tutto fuorché un’accidentalità che i padroni del discorso abbiano già da tempo deciso di archiviare la vecchia normalità sostituita d’imperio con la nuova normalità a misura d’emergenza e di pandemia.

Il tricolore pandemico sfumerà dunque. E si uniformerà tutto nel rosso lockdown.
Del resto che stiano soffiando venti di lockdown è suffragato dall’ordine del discorso egemonico: così ha affermato con ieratica solennità il solito virologo della tribù televisiva dei virologi vaticinanti, Galli sull’Adnkronos: “Verosimile altro lockdown esteso”.
Nihil novi sub Sole, inoltre il sito Money.it dice testualmente: “Lockdown totale in Italia: il Governo deciderà il 15 novembre”.

Come volevasi dimostrare, la pandemia non è affatto finita. Al contrario, siamo già in prossimità del ritorno pieno alla Fase 1, quella del lockdown con la sua molteplice funzione di rieducazione delle masse all’onnipotenza incondizionata del nuovo potere, con l’obiettivo di distruggere i ceti medi e le classi lavoratrici, di potenziare i giganti dell’e-commerce e gli incappucciati della finanza, e poi naturalmente di plasmare la nuova società del distanziamento e della tecnologia digitale.

Intanto, mentre si è celebrata la parusia messianica del vaccino, si torna a parlare di tracciamento dei cittadini. Un’esigenza tipica dei regimi, e anche questo regime non è da meno.

In un’intervista al Corriere della Sera il virologo Crisanti propone di sfruttare la banca dati di Google: dice che poiché il sistema di tracciabilità precedentemente proposto non ha sortito gli effetti sperati, occorre a suo giudizio fare riferimento ai grandi colossi come Google. Ma in qualche misura, dice Crisanti, anche Apple, Facebook, Instagram, e pure Whatsapp.
in sostanza l’obiettivo ultimo è quello di controllarci sempre e comunque secondo quello che è stato appellato “il nuovo capitalismo della sorveglianza”.

In effetti il nuovo leviatano terapeutico ha varcato ogni soglia: non c’è più solo il controllo dei dati e degli spostamenti – financo con aerei e droni – ma c’è già un altro tipo di controllo, sotto la pelle con tamponi e test sierologici, ma anche con la continua misurazione della temperatura corporea.
Prepariamoci dunque, perché il nuovo potere ha preso forma, la forma di un leviatano dallo sguardo terrifico e dalla presa avvolgente.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: