SarsCov2 potrebbe essere più vecchio di quanto pensiamo. Nonostante la perplessità degli scienziati a riguardo il coronavirus potrebbe essere giunto in Italia molto prima del fatidico 2020, ancor prima di ottobre 2019 (come era stato precedentemente ipotizzato).

Tracce di anticorpi specifici sono infatti state trovate nei pazienti malati di cancro all’Istituto dei tumori di Milano a settembre 2019. Facendo il test sierologico ai campioni di sangue di 959 persone, tutte asintomatiche, che avevano partecipato agli screening per il tumore al polmone tra settembre e marzo , si è rilevato l’11,6% di queste persone aveva gli anticorpi al coronavirus, di cui il 14% già a settembre.

Il risultato lascia perplessi diversi virologi poiché c’è da specificare che anche ammalandosi di influenza si sviluppano gli anticorpi per il coronavirus, dunque l’affidabilità del sierologico può rappresentare in tal senso una falsa pista.
Sigfrido Ranucci di Report ha però portato nuovi elementi a sostegno di questa tesi, come i casi di polmoniti anomale che si verificarono nella zona lombarda sempre nello stesso periodo. Insomma, le radici biologiche del virus in Italia potrebbero davvero essere più datate di quanto credevamo. Ben prima del celeberrimo Mattia (paziente 1) e dell’epidemia di Codogno.
Ecco l’intervista a Sigfrido Ranucci a ‘Un Giorno Speciale’.

Avevamo fatto delle puntate in cui mettevamo in discussione che il virus fosse arrivato nei primi mesi del 2020: secondo noi c’era già prima.
Portammo a testimonianza una serie di rassegne stampa dove si dimostrava che c’erano i pronto soccorso del nord – soprattutto dell’area di Bergamo, Piacenza e nella zona lombarda – pieni di casi di polmoniti anomale.
Oggi abbiamo visto che l’Istituto dei tumori di Milano avrebbe rintracciato nel sangue di alcuni pazienti il Covid già a settembre del 2019, portando la data addirittura ancora più indietro.

Stiamo realizzando un’inchiesta giornalistica sulla presenza del Covid nelle acque reflue. E’ un’inchiesta anche propositiva, perché se c’è questa possibilità di indentificare il virus già nelle acque reflue mettendo in rete le informazioni, facendo delle verifiche immediate, ci potrebbe essere la possibilità di prevenire la diffusione dell’epidemia.

Il discusso scienziato del Cts

Ranieri Guerra? Per come è stata gestita tutta questa vicenda io ho dei dubbi ed emergono delle criticità. Lui è uno dei responsabili del mancato aggiornamento del piano pandemico e secondo me anche uno dei responsabili di aver messo in atto delle corsie fumogene per non far capire di chi erano queste responsabilità.

Lui con noi non vuole parlare. va ovunque, in tutti i giornali e le trasmissioni più importanti d’Italia. Con noi continua a non voler parlare“.