Se lo si fosse affermato anche solo una settimana fa, sarebbe stato liquidato come l’ennesimo postulato di cospirazionisti che hanno molto tempo da perdere e che soprattutto sempre stanno a farneticare intorno a cose improbabili.
E invece puntualmente è arrivata anche in questo caso la realtà stessa a dare conferma delle più fosche profezie, dei più torbidi sentimenti che si agitavano nel petto di molti cittadini e che ora sono stati tutti confermati.
Stiamo alludendo al sospetto che già era maturato in molti di noi circa l’eventuale proroga ulteriore dello stato di emergenza.
Sui quotidiani di ieri si leggeva la notizia, fatta passare sempre più come necessità ineludibile.

Titolava ad esempio il noto rotocalco turbomondialista “La Repubblica”: “Covid, Governo valuta proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio”.
Ebbene sì, lo stato di emergenza che dovrebbe finire con ottobre, verrà verosimilmente prorogato fino a gennaio 2021.
E’ una storia davvero particolare quella dello stato di emergenza, se si considera che il primo stato di emergenza dichiarato quasi all’insaputa degli italiani il 31 gennaio 2020 era destinato a risolversi il 31 luglio. Quando però, ricorderete, il governo aveva lasciato trapelare la notizia di un rinnovo.

Vi era stato tuttavia il provvidenziale intervento del Presidente Mattarella, che si era opposto all’idea, senonché il Governo aveva rinunziato a mettere nero su bianco il tentativo di proroga nel decreto rilancio e nondimeno aveva rinnovato in seconda battuta l’emergenza da luglio fino a ottobre (non in automatico, ma con un’apposita presa di posizione).
Ebbene, qualcuno forse si era illuso che tutto potesse risolversi con ottobre, invece niente affatto: il Governo sta già meditando di prorogare fino al gennaio venturo lo stato di emergenza.

Stiamo vivendo una pandemia infinita al livello di narrazione, ma anche di gestione: conseguenza palese il fatto che le misure di emergenza tendono a cronicizzarsi e a sedimentarsi in nuova normalità.
Potremmo dire altresì che l’emergenza tende a non finire mai, lo stato di emergenza tende ad essere rinnovato sine die e le misure d’emergenza finiscono esse stesse per sostituire la vecchia normalità con quella che gli aedi del discorso unico terapeuticamente corretto già appellano da tempo come “nuova normalità”.

Governare nell’emergenza significa in sostanza imporre un decisionismo autoritario in luogo del normale funzionamento democratico del Parlamento, facendo sì che ciò che è inaccettabile nella normalità divenga inevitabile nell’emergenza.
Benvenuti nel nuovo stato di emergenza che sta già diventando (o che già di fatto è divenuto) nuova normalità, con tutte le conseguenze catastrofiche per la vita di ognuno che ne scaturiscono.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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