Ieri si sono concluse le elezioni, si è concluso il verdetto finale del referendum legato al taglio dei parlamentari. Parto dalla questione delle elezioni regionali che mi pare invero meno importante e meno interessante.

Lo dico con una frase mutuata dal Dante del Purgatorio, canto VI, allorché Dante paragona la sua Firenze a un malato che disteso nel suo giaciglio si sposta senza tregua dal fianco destro al fianco sinistro per trovare un temporaneo sollievo. In realtà dietro questo sollievo fittizio, il malato mantiene la sua infermità.

E’ l’analogo della situazione italiana mutatis mutandis rispetto ai tempi della Firenze di Dante. Anche l’Italia si volge continuamente dal fianco destro al sinistro e viceversa per trovar sollievo, ma non può garantire dall’infermità che si chiama liberismo. Quale che sia il partito vincente, vince comunque il banco liberista.

Più interessante invece mi pare commentare la questione del referendum sul taglio dei parlamentari. Ha vinto il sì. Quello che dobbiamo domandare a quelli che si sono legittimamente espressi per il sì è quanto segue: se tra qualche anno si dovesse riprospettare l’idea di un referendum per tagliare ugualmente il numero dei parlamentari, votereste di nuovo sì?

Non avete capito che questo è l’incipit di un graduale svuotamento della democrazia parlamentare? Non vi è forse chiaro che in questo caso non ha vinto la democrazia, non hanno vinto i cittadini, ma ha vinto quella tendenza liberista allo svuotamento della democrazia e al transito verso un potere non democratico legato a expertise liberiste, a task force non elette e a comitati tecnico scientifici non votati da nessuno?

Questo è avvenuto ieri: non stupitevi se voi, pensando di aver fatto trionfare la democrazia, vi troverete ad alzare il calice insieme ai grandi potentati della finanza. Sono quasi increduli di veder realizzato il loro progetto con il sostegno vostro, che avreste tutte le ragioni per opporvi a questo scellerato progetto di de-democratizzazione. Mi raccomando, se andate al bar avete un caffè pagato da Luigi Di Maio e dal Movimento 5 Stelle.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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