Al suono della campanella dovrebbero mancare meno di due mesi, stando alle ultime informazioni ufficiali che riportano il 14 settembre, come data d’inizio nazionale dell’anno scolastico.

I più fiduciosi giudicano questo lasso di tempo a disposizione sufficiente per garantire l’ingresso nelle aule degli alunni italiani. I più scettici, invece, accusano il ritardo della compagine governativa che da oggi fino a metà settembre dovrà occuparsi di risolvere le questioni più imminenti e consegnare così a studenti e docenti le condizione minime per lo svolgimento delle lezioni.

Per giungere alla fine delle vacanze scolastiche con tutti i compiti per casa svolti con successo, il Governo avrebbe in agenda di attingere sia a fonti interne, con un altro scostamento di bilancio, sia a fonti esterne ricorrendo alle risorse messe in campo dall’Europa.

Almeno questa è l’idea della deputata del Pd Rosa Maria Di Giorgi, che ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari ha mostrato ottimismo e tracciato la rotta sui prossimi passi da compiere.

Ecco l’intervento di Rosa Maria Di Giorgi a “Lavori in Corso”.

“Io non credo proprio che non apriremo le scuole. Non credo proprio che ci saranno le difficoltà di cui ci parlano continuamente. Le risorse ci sono. Lo sforzo economico lo stiamo facendo. Poi ci sono quelle che metteremo in campo nel nuovo scostamento di bilancio da 20-25 miliardi, che abbiamo deciso di fare nella prossima settimana.

Noi per primi abbiamo detto che bisognava che l’organizzazione fosse più rapida e che ci si mettesse la testa anche un po’ prima. Non le dico sicuramente che sarà tutto a posto, in tutte le zone d’Italia esattamente come noi immaginiamo.

Noi dobbiamo utilizzare tutte le risorse e tutti i fondi che avremo a disposizione. Nella trattativa con l’Europa le risorse le dovremo prendere e le prenderemo. Magari ci vorrà un pochino più di tempo. Ma insomma, arriveranno. Così come siamo certi che arriverà anche il Mes”.


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