È giunta ieri la notizia in accordo con la quale il Presidente del Brasile Bolsonaro è risultato positivo al coronavirus.
L’avrebbe ammesso egli stesso asserendo dinanzia ai giornalisti che gli esisti del tampone hanno effettivamente rilevato una presenza del Sars Cov 2.

Subito in rete si è giubilato per la notizia, perché – si dice – è la prova del fatto che le politiche di Bolsonaro, molto restie ad assumere le misure emergenziali sono ora confutate empiricamente sulla pelle stessa del Presidente del Brasile.

Non ho alcuna simpatia politica per Bolsonaro, che non ritengo un sovranista per il semplice fatto che rappresenta una marionetta di Washington, come rivelano le sue tendenze filoisraeliane che denotano una continuità con le politiche made in USA.
Bolsonaro non è un sovranista, ma un atlantista, non un sostenitore dell’intenesse nazionale, ma di quello globalista a trazione atlantista.

Fatta questa precisazione bisogna essere cauti, innanzitutto evitando giudizi di sovrapposizione tra il personale e il politico che hanno portato ad augurare direttamente il male a Bolsonaro (come accaduto mesi fa con Zingaretti).
Bisogna augurare, come facemmo con Zingaretti, una pronta guarigione anche a Bolsonaro.

Bisogna però altresì essere cauti anche nell’analisi politica, perché è vero che allo stato dell’arte sembra essere avvenuta una confutazione empirica delle tesi di Bolsonaro, ma supponiamo che nei prossimi giorni il Presidente esca indenne dal coronavirus: si troverebbe a quel punto potenziato nelle proprie tesi, perché potrebbe pur sempre dire che (immaginiamo) il coronavirus non è poi tragico come è stato presentato e che, come si dice talvolta, è poco più di un’influenza.

Disapproviamo appieno le politiche di Bolsonaro, totalmente filoatlantiste e nemiche di un mondo multipolare, ma aspettiamo l’evoluzione di questa vicenda augurandogli pronta guarigione.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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