I lavoratori italiani sono in un momento nero. Non lo dico io, ma le statistiche.
Abbiamo visto insorgere le multinazionali del web, quelle che pagano il 3% di tasse, quelle che addirittura non pagano nulla. Aziende più forti degli Stati stessi e che, appunto, impoveriscono i lavoratori.

I dati ci dicono ad esempio che negli ultimi 13 anni il lavoratore medio italiano ha avuto un reddito di 7/10 rispetto a quello del lavoratore medio tedesco. L’italiano ha guadagnato 7, il tedesco 10, per chiarirci.
Ci sono i grandi ricchi lì. Ci sono i grandi ricchi qua. La media però è questa, ed è molto significativa.
Vale anche per gli altri paesi: per la Francia, per la Spagna. E’ una diminuzione sensibile.

Se ora col Covid, secondo i miei calcoli, ci ritroveremo a fine anno col 20% del PIL in meno, la situazione darà drammatica.
In caso nel 2021 si arrivasse ad avere un rapporto tra salario medio italiano e tedesco di 5/10, saremmo a una differenza inesorabile. Una differenza che sarebbe certamente colmata dai grandi profitti delle multinazionali, ma una differenza insopportabile.

Perciò dobbiamo mettere sulla bilancia politica questo dato per rompere la gabbia europea. Per restare contro la Troika, contro il fondo monetario internazionale, contro la BCE.
Per dirla con uno slogan: fuori dall’Unione Europea e dal gendarme militare che ne permette questo controllo, la NATO.

3 minuti con Marco Rizzo


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