La comunicazione pubblica svolge un ruolo molto importante nella società odierna. Attualmente, e soprattutto durante la fase dell’emergenza sanitaria, nella stessa comunicazione ci sono state varie correnti di pensiero.

Questo ha portato i cittadini ad essere informati in modo plurimo sulle varie dinamiche quotidiane, sia durante la diffusione del Covid -19 che oggi, momento di distensione.

E adesso cosa accadrà? Ci sarà un’unica linea a cui fare riferimento? L’editore di Radio Radio, Fabio Duranti, analizza la situazione al riguardo in diretta a “Un giorno Speciale”. Ecco il suo intervento.

“Noi dobbiamo far capire alle persone che c’è un’alternativa a ciò che vivono

“Il grande problema attuale e del futuro è quello della comunicazione, l’informazione oggi è il vero cancro che uccide tutti e questo accade perché i mainstream sono molto potenti. Ormai abbiamo delle classi dominanti ricchissime che riducono il popolo in schiavitù, non quella schiavitù consapevole ma quella famosa della caverna di Platone. Dove il cittadino è felice perché non sa che c’è un altrove rispetto a quello che sta vivendo. Noi dobbiamo far capire alle persone che c’è un’alternativa a ciò che vivono”.

“Nei prossimi mesi ci sarà una grande battaglia sull’informazione”

“Prima sentivo che questo virus è ancora attivo in alcune aree dell’emisfero nord ma non è vero, basta leggere i numeri. Nei prossimi mesi ci sarà una grande battaglia sull’informazione. Stiamo tutti navigando sul Titanic, qualcuno si è accorto che c’è un iceberg e si è preparato la scialuppa, qualcun altro no. L’informazione ci vuole tutti omologati, dietro un pensiero unico.
L’Italia ormai è diventata la patria del nuovo ordine di sistema informativo che prevede l’industria del fact checking, che dovrebbe essere messo fuori legge perché indica la veridicità delle informazioni e quali seguire perciò è come se fosse una censura. E’ la nuova inquisizione reale. Questa gente va a dare del fake soltanto a chi ha un’idea diversa da quella del mainstream
“.

“Il benessere prima dell’imposizione”

“Un paese che non ha disoccupazione e povertà non presta il fianco all’arruolamento da parte della società criminale organizzata nei confronti di persone che hanno problemi ed esigenze. Il benessere prima dell’imposizione. La criminalità è perciò quella che stabilisce chi può dire e chi non può dire. Quella che si scaglia contro l’articolo 21 della Costituzione.
A noi hanno fatto fact checking per fatti che poi si sono rivelati corretti, faranno di tutto per diffamarci e per spegnerci ma questo non accadrà”.


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