In passato l’attuale Governo Conte è stato accusato di non essere passato al vaglio di alcuna consultazione popolare. Adesso lo stesso Esecutivo delega ad altri tecnici la gestione di alcuni aspetti dell’emergenza attraverso l’istituzione di numerose task-force. Tra le più discusse, c’è il consultivo guidato da Vittorio Colao, che insieme ad altri sedici esperti si sta occupando del piano per la fase 2.

La figura aziendale dell’ex Ad di Vodafone però sembrerebbe entrare in lotta di collisione con l’interesse pubblico. A dimostrarlo sarebbe un video mandato in onda ad ‘Un Giorno Speciale’ nel quale il Vittorio Colao manager spiega come sarebbe importante per le aziende abolire il contante per forzare la digitalizzazione e aumentare i profitti di telefonia e altri settori privati.

Può una persona che si porta dietro un bagaglio di dichiarazioni così importanti gestire la cosa pubblica? Francesco Vergovich e Fabio Duranti lo hanno chiesto al Prof. Enrico Michetti. Ecco il suo parere a Un Giorno Speciale

“A cosa serve un Governo che viene sostituito da un manager per occuparsi del Paese? Deve dimettersi” ► Michetti

I manager hanno sempre fallito perché la pubblica amministrazione non è un’azienda. Il diritto pubblico è diverso da quello privato. Oggi con il digitale non risolvi i problemi della burocrazia. Se per installare un palo in Italia servono 49 permessi o lo fai con il digitale o con l’analogico, non cambia. Serve chi taglia le norme inutili e contraddittorie

Dal 1861 ad oggi abbiamo soltanto accatastato norme e reso il nostro apparato una giungla inestricabile. Ormai nessun Governo potrà mai fare più nulla perché siamo completamente impantanati. La politica non esiste più. A che cosa serve un Governo che viene sostituito nella sua spinta propulsiva, cioè la crescita di un Paese? La prima cosa che deve fare è dimettersi.

Non è il manager che serve. Servono delle competenze specifiche all’interno del circuito della pubblica amministrazione. Se andiamo a vedere i curricula dei ministri cinesi è gente che ha quarant’anni di politica sulle spalle. I migliori hanno prima fatto i sindaci nelle piccole comunità e nelle province cinesi. La meritocrazia ha portato alcuni a diventare ministri.

Quando si segue la strada della politica bisogna tener conto di due termini: ineleggibilità e incompatibilità. La prima è addirittura tassativa. Quando Berlusconi, il più importante imprenditore italiano, è stato Presidente del Consiglio rappresentava la più grande anomalia che si potesse rinvenire nel nostro Paese.


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