La situazione del coronavirus nel nostro paese continua a destare preoccupazione.

Dall’ultimo bollettino diffuso il numero di contagi in Italia ha superato quota 400, i decessi al momento sono 12.

Nei giorni scorsi 11 comuni/focolai del nord sono stati messi in quarantena e continua la tensione tra Governatori ed esecutivo in merito alla gestione della crisi.

In che modo le autorità stanno gestendo il contagio del coronavirus? Sta funzionando il coordinamento tra Governo e regioni? Come intervenire a tutela del turismo nel nostro paese?

Ascolta l’intervista al Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, intervenuto in diretta a ‘Lavori in Corso’ per commentare la crisi legata al coronavirus.

“Io anche nella conferenza di ieri ho chiesto che siano aggiornate le linee guida, non per nascondere la polvere sotto il tappeto ma semplicemente per applicare pedissequamente le linee guida che prevedono che non è che i tamponi debbano essere fatti a prescindere, ci sono le linee guida dell’OMS che noi dobbiamo rispettare.

In Veneto? Noi chiedevamo l’isolamento fiduciario, anche se ci siamo presi dei razzisti, per le persone che provenivano dalle zone infette e che dovevano essere reinserite nell’anno scolastico… ma ci hanno detto che eravamo razzisti.

Questo non è il momento delle polemiche: il virus è arrivato in Europa e ne dobbiamo prendere atto. Per cui è un virus che è assolutamente presente. Su 100 malati, 80 guariranno da una normale influenza, 15 avranno bisogne di cure mediche, 5 dovranno essere ricoverati urgentemente in ospedale e la mortalità sarà del 1%.
E di questo 1% alcuni pazienti avevano già delle situazioni gravi quindi si muore con il coronavirus e non per il coronavirus.

Mi viene da sorridere perché alcuni paesi che ci vedono come degli appestati hanno delle sanità che non sono neanche paragonabili alla nostra.
Alcuni utilizzano delle pratiche random che sono fermare il pulmino con dei veneti o dei lombardi che sono delle menate senza alcun fondamento scientifico e servono solo a diffondere il panico. La polvere sotto il tappeto si può nascondere solo fino ad un certo punto dopo di che viene fuori.

Questo è un virus che, a differenza dell’aviaria del 2006, arriva in una nuova era digitale, è un’epoca in cui siamo tutti connessi e questo provoca una pandemia mediatica che allora non esisteva. Ma sopratutto è un virus che viene dalla Cina e siccome la credibilità della salubrità della Cina è 0 nelle nostre comunità questo è il virus ancora più virus perché viene dalla Cina.

Ci vuole campagna mediatica massiccia per recuperare la nostra reputation perché da qui stanno scappando tutti. Ci aiuterà un po’ il fatto che il virus arriverà anche negli altri paesi e quindi sarà mal comune mezzo gaudio.

I social media hanno dato il premio Nobel a molte persone che dovrebbero studiare invece di pubblicare cose sui social. Siamo stati tempestati da video del coronavirus della Cina, ma voi pensate che tutti quei video che avete visto sono reali?
Inutile che continuiamo a far foto di gruppo di medici con la mascherina e gli scafandri, diamo l’idea che non si possa più avere una relazione.

Vinitaly per ora non si sposta.

L’anno scorso sono morte 7000 persone d’influenza. Se mandiamo a letto metà Italia o mezzo Veneto per questa sindrome influenzale finisce che io non ho più i medici per gli ospedali.

Fondamentale la vita di tutti, non va tanto al chilo qui.

Di Maio? Noi dobbiamo pretendere dei livelli di reciprocità alle frontiere, non è che noi possiamo accettare tutti e gli altri no, ne va della credibilità del nostro paese”.


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