La più accreditata è quella che riguarda il passaggio di questo virus dagli animali all’uomo. Alcuni parlano di un errore di laboratorio che avrebbe permesso al microrganismo di fuggire i controlli e diffondersi. Secondo il filosofo e saggista Diego Fusaro invece all’origine della propagazione del coronavirus ci sarebbero delle ragioni geopolitiche ben precise.

Di cosa si tratta lo spiega ai nostri microfoni, in questa intervista di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

Diego Fusaro e l’origine del coronavirus di cui non si parla: guerra batteriologica, errore o natura?

Dal mio punto di vista tre sono gli scenari con i quali possiamo spiegare quanto è accaduto a partire dalla Cina e ora su scala planetaria.

In primis, la versione ufficiale che va ripetendo che è stata un’accidentalità. Dal mondo animale questo virus si è diffuso al mondo umano e da lì ora si sta planetarizzando.

La seconda ipotesi che è stata talvolta ventilata è che si tratterebbe di un virus prodotto in laboratorio a Wuhan in Cina uscito in qualche modo dai laboratori. Questo a prova, si è detto, dell’inefficienza del governo cinese reo di essere ancora comunista.

La terza ipotesi, che a mio giudizio è quella che presenta maggiori punti di coerenza, è quella secondo cui c’è in qualche modo la longa manus statunitense in tutto questo. Questa ipotesi certamente prende le mosse dal fatto che il virus è partito dai laboratori della cina, ma ci permette di capire che questo virus può essere stato fatto uscire tramite vari modi. Ma soprattutto questo scenario ci permette di rispondere a una domanda che altrimenti resta inevasa: a chi giova tutto questo?

Di certo non giova alla Cina, che si trova oggi nella peggior crisi, in ginocchio proprio mentre stava trionfando sul piano economico e addirittura surclassando gli Stati Uniti d’America”.


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