Sentivo recentemente un giornalista della tv di Stato affermare che essere di sinistra è più difficile, perché la sinistra giocherebbe, a suo dire, su un terreno in cui la conoscenza degli argomenti è fondamentale. 

Mentre l’elettore di destra si limiterebbe, sempre secondo tale accreditato giornalista, a sostenere che gli immigrati fanno ribrezzo senza saper aggiungere altro.

L’intellettuale poi, ha tenuto a precisare che le qualità tipiche della sinistra sono il ragionamento ed il senso nobile dell’altruismo.

Mi verrebbe da chiedere, e quelli di centro?

Non pervenuti! O forse nella mente di cotanto intellettuale probabilmente non esistono.

Credo che la capacità di riflessione e di ragionamento sia tipica della specie umana. Debbo quindi, desumere che chi ne fosse privato apparterrebbe al regno animale.

Per cui se seguissimo la delirante elucubrazione non ci sarebbero vie di mezzo tra gli umanoidi di sinistra e le bestie di destra. A meno che non si considerino figure mitologiche come il Minotauro, un essere con il corpo umano e la testa di toro.

Quanto all’altruismo sembrerebbe che l’uomo di sinistra, mi allineo alla visione antropologica del giornalista, viva in comunità solidali in cui si approfondisce la conoscenza e dove tutti ragionano per giungere sempre alle medesime conclusioni.

La grande libertà di addivenire sempre alla stessa condivisa verità?!

Il soggetto di destra invece, evidentemente incapace di ragionare, si muoverebbe isolatamente, randagio, e poiché privo di conoscenze si affiderebbe al proprio istinto animale, homo homini lupus (l’uomo è un lupo al cospetto di un altro uomo).

Un concetto del mondo latino ripreso dal filosofo inglese Hobbes per il quale la natura umana è fondamentalmente egoista per cui si muove esaltando il proprio istinto di sopravvivenza e di sopraffazione.

Premesso che, ad esser onesti, tra gli attuali politici di sinistra non ho mai sentito esternazioni di tale consistenza sociologica (ne altre simili sciocchezze), come del resto da quelli di destra non ho mai ascoltato denigrazioni razziali nei confronti di alcuno…

Mentre i presunti intellettuali, necessariamente di sinistra, anzi soltanto di sinistra, poiché la destra, in quanto mancante di raziocinio (per loro), non può avere chiaramente intellettuali, sono quindi, costretti a dover sostenere, loro malgrado, in perfetta solitudine, il terribile peso di dettare il verbo per tutti.

Intellettuali di sinistra quindi, per forza maggiore e senza freni?!

Ma poi, cosa avrebbero di sinistra questi autocostituiti intellettuali?

Sicuramente appartengono tutti alla medesima consorteria che detta le regole per poter accedere al mondo del cinema, del teatro, della cultura in genere, della grande imprenditoria capitalista, della tv di Stato e del circuito mediatico che conta.

Intellettuali di sinistra che ricoprono perlopiù incarichi di vertice, che guadagnano quanto i calciatori e che mostrano esigenze e vezzi altoborghesi.

Il partito comunista, come del resto il partito socialista,  guardando ai maggiori partiti della sinistra, erano indubitabilmente espressione del popolo ed agli interessi di quest’ultimo rivolgevano i propri sforzi.

Gli intellettuali cosiddetti di sinistra, generalmente, se ne infischiano del popolo, proteggono gli interessi dell’Alta finanza (di cui sono spesso dipendenti o comunque sodali), stringono alleanze con i gangli settari della magistratura e si difendono come massoni (con il massimo rispetto per la massoneria non deviata).

Non appena ordinati sacerdoti dell’intelletto umano hanno piena facoltà di predicare, di inquisire, di infliggere sanzioni e persino di scomunicare.

Al loro insindacabile giudizio è demandato il compito di definire chi sia razzista e chi sia fascista.

Ho sempre apprezzato Benedetto Croce come del resto Alcide De Gasperi ed Antonio Gramsci.

Antonio Gramsci intellettuale vero, mai si sarebbe sognato una vulgata ultra capitalistica e neo borghese della sinistra intellettuale?! 

Per tale intellighenzia coerente con i disegni della finanza europea francofona e teutonica il Nostro Paese è bene che mantenga un alto debito pubblico e quindi, necessiti di banche (tedesche e francesi) pronte a prestarle soldi a tassi usurari, ossia a quelle percentuali che ritualmente si praticano agli investimenti molto rischiosi per un costo a carico dei contribuenti italiani di circa 50 miliardi all’anno.

Ed è qui l’inganno.

Finanziare il debito pubblico italiano non è una operazione rischiosa perché il Paese è ancora solvibile e la vacca si può continuare mungere, anche se ancora per poco.

In altre parole paghiamo tassi altissimi a fronte di un rischio di insolvenza pari a zero.

E così, mentre le banche d’oltralpe ingurgitano ed ingrassano, il nostro Paese si strozza.

E se per caso l’lItalia non ce la dovesse fare c’è già la soluzione.

Si chiama abolizione della prescrizione.

Si partirà con la Giustizia, i cui processi potranno non finire mai, ci saranno processi eterni ma non fruttano soldi, semmai li fanno perdere, e il vero obiettivo è quello di arrivare all’agenzia delle entrate.

I benpensanti già parlano di questa prescrizione che salverebbe gli evasori. Si domandano i nuovi pastori dell’intelletto: perché si può chiedere al cittadino soltanto cosa abbia dichiarato al massimo fino a dieci anni fa?

Aboliamo prescrizioni e decadenze anche in sede tributaria qualora non ci riuscisse di trovare i danari per saldare gli interessi passivi ai generosi istituti di credito della Baviera.

Perché il cittadino italiano non dovrebbe ricordarsi come ha speso i suoi soldi cinquant’anni fa ? Dopotutto per la finanza internazionale, grazie ai buoni uffici della marchiante intellighenzia, il cittadino. italiano viene considerato disonesto fino a prova contraria,

Dopotutto se il giudice in quindici anni non è in grado di giudicare il cittadino in via definitiva, che problema c’è ? E se servono i soldi per finanziare lo Champagne, che problema c’è ?

Mica si raddoppia (o si triplica) il numero dei magistrati, mica si chiedono riforme dell’asse strutturale della finanza creditizia europea.

No! Niente di tutto ciò.

Basta tenere il cittadino italiano sotto processo o sotto accertamento a vita, finché non “schiatta”.

La strada è stata già tracciata e quando la prescrizione (vedrete) verrà rottamata anche per i tributi si avrà una sorta di riscossione permanente per il cittadino schiavo, la cui partita debitoria con il proprio paese sarà sempre aperta pur di soddisfare, alla bisogna, le fameliche banche internazionali.

Dopotutto all’alta finanza basta poco per comprarsi le prestazioni intellettuali dei mercenari del politicamente corretto.

E per sostenere il loro triste decalogo.

Sei per l’uscita dall’Euro o per una revisione della moneta unica?

Quindi per l’intellighenzia nostrana sei un pericoloso sovranista, una sorta di sovversivo !

Se la pensi come Salvini sei un odiatore seriale.

(Personalmente ritengo che il governo lega/m5s sia stato un quasi disastro, ma ho diversi amici che la pensano come Salvini e nessuno di questi ha mai profferito parole di odio verso un suo consimile al mio cospetto)

Non condividi la loro visione politica?

Allora sei fascista!

Non condividi l’idea che il popolo italiano abbia intrapreso una china discriminatrice ed escludente?

Allora sei un razzista?! Anche se per tale etichetta potrebbe essere sufficiente il solo fatto di sentirsi orgogliosamente  italiani.

Questi manipolatori della psiche, venerati come autorevoli saggi, spacciano, come la più nobile delle democrazie, una terribile dittatura del pensiero.

Al contempo vendono, come libertà di un popolo, la sua schiavitù.

Enrico Michetti