Con la crisi di governo alle porte, la capigruppo del Senato ha deliberato oggi che l’Aula si riunirà domani, ore 18, per votare il calendario. Il 20 agosto invece, l’assemblea potrebbe tornare a riunirsi -domani, la conferma – per ascoltare le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

A parlare, a “Lavori in corso“, di questi ultimi risvolti in merito allo scenario politico attuale microfoni l’on. Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei Deputati. Ecco l’intervista di Stefano Molinari.

Che idea si sta facendo di questi attimi convulsi che stiamo cercando di capire?

Che il Governo non c’è più, e questa è una buona notizia. Che questo è frutto di un capriccio di Salvini, perché si è inebriato di sondaggi, e quindi pensa , come ha chiesto, che sia giusto che gli vengano attribuiti pieni poteri per governare questo Paese. Cosa che non ha eguali nella storia recente dell’Italia, e che mettono in grave pericolo le cose importanti per gli italiani. A cominciare dai conti pubblici, dai 23 miliardi di aumenti dell’Iva, che peseranno sulle spalle di ogni italiano, nel momento che dal primo gennaio entreranno in vigore. Si entrerà in esercizio provvisorio, perché una crisi aperta, ad agosto, provoca questo, che non ci sarà il governo per fare una legge di bilancio in tempo utile…. Tutte cose che poi si sposano con l’assoluta ipocrisia di Salvini. Perché non si è dimesso? Perché Salvini non si è dimesso da ministro? Perché gli altri leghisti non si sono dimessi se non volevano più andare avanti con questo Governo? Era così semplice, si dimettevano… Invece no, vogliono la discussione il 14 di agosto per fare polemica su questo. Bastava che si dimettessero, era semplicissimo. Invece tutto questo non è accaduto.

Si parla però di una possibile e nuova maggioranza. Peraltro, c’è stata un’intervista, molto discussa, dell’ex premier Matteo Renzi al Corriere della Sera, che ha detto che ci vuole un Governo istituzionale che permetta agli italiani di votare: il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni. Lei è favorevole a questo governo istituzionale?

Assolutamente sì, perché penso che l’agenda non la debba dettare Salvini, ma la detta il capo dello Stato, i presidenti di Camera e Senato rispetto alle loro competenze, e poi i gruppi parlamentari. Ci sono degli interessi che vengono prima di quelli di Salvini, e in particolare quello a cui facevo riferimento prima, i conti pubblici. Sapete che solo un miliardo di euro dalla tasca di ogni italiano è sparito per l’uscita di Salvini ed è schizzato su’ lo spread? Un miliardo di euro ci costerà, nel 2020, questa sua genialata. Poteva chiedere le elezioni il giorno dopo le elezioni europee, sarebbe stato tutto più semplice e chiaro. C’era un dato politico su cui i partiti giustamente riflettono e assumono le loro decisioni, invece no, non è stato così. Lui ha voluto strumentalizzare per portarci in questa situazione, perché si è accorto che non è in grado di fare la legge di bilancio.

Se Lei, e quindi una parte dei senatori del Pd, sono favorevoli a un governo istituzionale, si è creata una nuova maggioranza?

Le maggioranze si creano in Aula e si creano con i voti. Adesso c’è, probabilmente, nel Parlamento, un senso politico di non voler dipendere dai capricci di Salvini. E, soprattutto, il senso di responsabilità rispetto alle cose che citavo prima, sempre quelle relative alla pressione fiscale che aumenterebbe di botto dal primo gennaio. Il compito del Parlamento non è indire le elezioni, è risolvere il problema degli italiani. Non è che gli italiani amino votare. Gli italiani amano votare a scadenza e si aspettano che, in quelle scadenze, che il Parlamento faccia la sua parte, che il Governo faccia il suo lavoro. Questo Governo ha fallito, è chiaro, perché altrimenti Salvini non chiederebbe le dimissioni di questo Governo se non ammettesse lui stesso che questo Governo ha fallito. Oggi cerchiamo di vedere se, in Parlamento, costruiamo una maggioranza in grado di affrontare almeno alcune delle emergenze.

Si andrà già a una conta domani. Nel voto al Senato sul calendario che dovrà essere seguito per questa crisi, si vedrà se ci sono i numeri per una nuova maggioranza…

Penso che sarà un primo conto per capire quali sono gli orientamenti dei diversi gruppi parlamentari. E’ evidente che quel numero servirà anche per i passaggi successivi.

Domani si capisce se ci sarà una nuova maggioranza…

Non so se si capisce, però diciamo che è un indicatore importante.