L’ideologia della monnezza

Alcune strade di Roma fanno spavento. Montagne di rifiuti non raccolti, la monnezza che si accumula senza che nessuno faccia niente, la puzza di decomposizione che ammorba l’aria. Tutto questo fa spavento. Ma personalmente mi spaventa di più la negazione della realtà. La monnezza è là, per strada. Ci sono le foto, ci sono i filmati: eppure c’è qualcuno che arriva a negare la realtà. A partire dal sindaco, Virginia Raggi, che tre giorni fa affermava che “la notizia di una presunta emergenza rifiuti non trova fortunatamente alcun fondamento”.

Fortunatamente ho personalmente scattato foto e girato filmati per dimostrare il contrario. Spero non sfuggirà all’attenzione di chi guarda un particolare: la presenza di un giornale di oggi, 20 giugno 2019. Ieri, a proposito di negazione della realtà, qualcuno aveva insinuato che le immagini da me riprese fossero di repertorio, appartenessero a qualche lontano passato, non fossero lo schifo che chiunque non sia appannato dall’ideologia può vedere, nel mio caso, oggi nel quadrante nord della Capitale. Come se riprendere i mucchi di monnezza fosse automaticamente prendere la tessera di un fantomatico partito di “mafia capitale”.

La monnezza è per strada perché non si sa dove portarla dato che, ideologicamente, non sono state fatte scelte strategiche per affrontare la normale produzione di rifiuti di una metropoli come Roma.

Servono, purtroppo, ancora discariche e termovalorizzatori ma l’amministrazione Raggi non vuole farli. Intanto la monnezza si accumula per le strade fino a che non si deciderà di esportare i rifiuti all’estero a 140 euro la tonnellata. Un prezzo esorbitante che aumenterà il conto da pagare per lo smaltimento dell’immondizia, a Roma il più caro d’Italia.

Nel frattempo godiamoci lo spettacolo e la puzza. Negare che ci siano non aiuta a vivere meglio.

Stefano Molinari


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