Il Toro oggi celebra settanta anni dalla tragedia di Superga. Lo può fare orgogliosamente: ha tenuto testa, lottando su ogni pallone e sfinendosi, alla Juve, portando poi a casa un pareggio giustificato dall’ardore più che dai meriti tecnici.
La Juve si è presentata con una decina d’infortunati. Non bastava. Alcuni giocatori praticamente non si sono visti. Cuadrado sfortunatamente per i campioni d’Italia invece si è visto: fatica a tornare quello che era.

Ricapitolando: mezza Juve più Cristiano Ronaldo, che ha giocato un doppio derby: contro il Toro e contro Messi, che l’aveva appena raggiunto a quota seicento. Ha rimesso, dal suo punto di vista, le cose a posto.
Il solito cross del solito imprendibile Spinazzola e Cristiano è salito sopra una nuvola e ha aspettato che la palla arrivasse da quelle parti. Ovviamente gol numero 601.

Nominati Spinazzola e Cristiano. Si possono aggiungere Bernardeschi, Chiellini e il Matuidi del primo tempo. E Pjanic? Il Pjanista ha steccato sul gol del Toro: errore imperdonabile per uno come lui. Insisto nella mia battaglia (persa): per me è centrocampista di un reparto a tre, non regista.

La Juve ha giocato con la serenità di chi ha il tesoro in cassaforte. Il Toro, ecco la sua colpa, si è appeso a quel vantaggio, chiudendosi. Può andare bene contro altre squadre, non contro chi ha Cristiano. Il Toro vede lontanissima la Champions, ma non si poteva chiedere di trasformare in realtà un sogno.

Roberto Renga