Oggi il decreto legge crescita dovrebbe essere varato dopo “un passaggio formale” in Consiglio dei ministri, per essere poi pubblicato in Gazzetta ufficiale entro fine mese. Ad affermarlo qualche giorno fa il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un decreto legge che contiene un provvedimento, il cosiddetto ‘Salva Roma’ che tiene alta la tensione nel governo gialloverde.

“Nessuna norma salva Raggi. Non esistono comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i comuni e i sindaci in difficoltà o nessuno. La Lega non vota norme che creano disparità. Bene il decreto crescita con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia per gli enti territoriali”, è la posizione della Lega. “Se in tanti hanno dei problemi aiutiamo tutti quelli che hanno dei problemi”, aveva già chiarito da Pinzolo per una manifestazione della Lega il vicepremier Matteo Salvini secondo il quale “non ci sono quelli (i comuni, ndr) più belli e quelli più brutti, anche perché a Roma mi sembra che ci sia un sindaco che non ha il controllo della città”.

Sono giorni che sulla questione il clima è più che teso con il M5S che dice no ai ricatti. Dopo aver chiarito che si tratta non di un “salva Roma” ma di un “salva Italia”, fa presente che eliminare questa norma, che è a costo zero per lo Stato, significa fare un torto non al Movimento 5 Stelle, ma a tutti gli italiani. Il messaggio è chiaro: ”Sul cosiddetto salva Roma la Lega forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo”.

Sono mesi che Salvini attacca la sindaca della Capitale per la gestione della città: il botta e risposta tra i due negli ultimi giorni si è fatto a dir poco infuocato. Ma nel frattempo sul podio della discordia tra 5 Stelle e Lega è salito anche il caso di Armando Siri, il sottosegretario leghista ai Trasporti, indagato per corruzione: per il Movimento si deve dimettere.

Sulla Capitale ha provato anche a mediare il viceministro dell’Economia, Laura Castelli: ”Voglio rassicurare il ministro Salvini, non c’è nessun ‘Salva Roma’, dalla lettura della norma, peraltro non replicabile, si comprende che così viene chiusa l’operazione voluta dal governo Berlusconi nel 2008, con un considerevole risparmio per lo Stato e per i cittadini”. “Non c’è sempre bisogno di un nemico, perché – aggiunge – in questo caso non c’è un nemico. I Comuni vanno salvati tutti, perché così si salvano i servizi ai cittadini, l’ho detto anche nei giorni scorsi e lo confermo. Anche con quelli capoluogo di Città metropolitana, nei giorni scorsi, abbiamo avviato un dialogo proficuo”. “I problemi delle amministrazioni sono diversi, e le soluzioni da adottare sono differenti”, sottolinea.