Per loro possibili ‘ricordi’ dei monumenti da collezionare di una vacanza nel Bel Paese, per noi un altro tassello mancante della nostra storia. L’ennesimo che ci spinge a rinunciare a parte di quello che è considerato il petrolio d’Italia: il nostro patrimonio artistico e culturale.

L’ultimo danno è avvenuto di recente a Pompei, dove una turista inglese ha scavalcato il cordolo posto a protezione della zona per staccare tessere del pregiato mosaico della domus dell’Ancora. Tre preziosi pezzi infilati alla rinfusa dentro il suo zaino prima di scappare. I gesti non sono passati, tuttavia, inosservati ai custodi, che hanno allertato le forze dell’Ordine, intervenuti poco prima che la ventenne uscisse dagli Scavi.

Per la giovane è scattata la denuncia in stato di libertà per danneggiamento aggravato. Nonostante i restauratori saranno presenti sul posto, da oggi, per rimettere a posto i tasselli dell’opera (un’operazione certosina che richiede costanza, dedizione e tempo per gli esperti del settore), questo caso pone l’accento su una problematica che, se perpetrata ancora, rischia seriamente di minare parte del nostro patrimonio. In che modo? Costringendoci a tamponare sui danni subiti anziché tutelare, restaurare e investire sulle nostre risorse culturali.

I capolavori danneggiati

Già cinque anni fa, infatti, nel 2014, Pompei aveva subito lo staccamento. Tre piccole tessere di un mosaico della domus di Trittolemo da parte di un turista georgiano di 34 anni. Come la turista inglese, anche l’uomo aveva tentato di fuggire e, anche in quel caso, era stato bloccato dalle autorità preposte. La refurtiva poi era stata riconsegnata al direttore del complesso archeologico.

Sorte diversa invece, l’ha avuta un reperto del complesso di Paestum. Rubato 51 anni fa, è stato restituito solo l’anno scorso tramite pacco postale al direttore del sito archeologico da J.T. con una lettera d’accompagnamento in cui il “malfattore” si è detto pentito del disdicevole atto.

Non è passato indenne a queste operazioni anche uno dei monumenti simbolo della città Eterna, il Colosseo. Due anni fa una coppia di turisti cileni, di 40 e 42 anni, hanno nascosto nella borsa frammenti di laterizio risalenti all’epoca dell’Antica Roma. Nella sacca, i militari hanno poi trovato altri frammenti della stessa epoca storica, trafugati in precedenza, che sono stati sequestrati. I due sono stati denunciati per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

Non si contano sulle dita di una mano, inoltre, i monumenti sfregiati negli anni da chi soggiorna nel Bel Paese. Dal caso più eclatante dello sfregio di due anni al monumento funerario del Beato Angelico nella basilica di “Santa Maria sopra Minerva“, al danneggiamento (stimato in milioni di euro) della fontana della Barcaccia del Bernini, da parte di ultras olandesi. Opere di inestimabile valore storico e artistico, alla mercé di atti vandalici e inappropriati che niente hanno a che vedere con l’identità nazionale e culturale di chi viene in Italia per ammirare le nostre meraviglie culturali, artistiche e paesaggistiche.

Si dice che la bellezza salverà il mondo, non il contrario. Tuteliamola e rispettiamola, quindi, in Italia e altrove.