Si celebra l’ottavo scudetto consecutivo ma trattasi del numero trentacinque o trentasette, dipende da che parte lo vogliono leggere. Roba grossa, roba da Juventus che in Italia fa quello che vuole anche per la mediocrità altrui ma in Europa deve fare i conti con avversari più tosti e con i propri limiti. Gli stessi denunciati in un disastroso primo tempo contro la Fiorentina, più agile, più dinamica, più pericolosa, due volte a colpire palo e traversa, in gol con Milenkovic, continuamente a molestare la terza linea avversaria in totale confusione.

Fischi dell’Allianz, il popolo juventino, quello della curva, ha steso gli striscioni al contrario, protestando non per l’eliminazione dalla champions ma per la conferma di Allegri. Osservando la Juventus dei primi tre quarti d’ora la ragione era abbondante, brutto gioco, lento, indisponente, Allegri non poteva farci nulla avendo già molto fatto. Ha definito i suoi contro l’Ajax Quattro polli, siamo passati dai capponi, pure quelli Quattro, di Renzo ai polli di Massimiliano, metafora di chi si becca in casa. La festa bianconera non è esaltante, era prevedibile, faceva parte del calendario, visto quello che il Napoli non ha saputo fare.

Andrea Agnelli con il suo staff dovrà lavorare e consolidare un gruppo che deve tornare squadra e una squadra che abbisogna di innesti. Ma questi sono difficili se non improbabili perchè a Torino il bilancio è pesante e non si scherza, come si è fatto altrove finendo all’asta. Ora restano ancora partite da onorare, tanto per incominciare il prossimo turno contro l’Inter a Milano, storia antica e sfida moderna. Cristiano Ronaldo ha chiuso, per il momento, il suo cerchio magico, ha vinto in Inghilterra, ha stravinto in Spagna e ha conquistato il suo primo scudetto tricolore, annunciando a fine partita che resterà a Torino al mille per cento.

Il resto è tutto da disegnare, il futuro di Pjanic, di Alex Sandro, di Dybala, anche quello di Allegri. Onore ad Andrea Barzagli che ha vinto il suo nono titolo, quello Tedesco del Wolfsburg non va dimenticato. Onore ad Andrea Agnelli che ha costruito questo club affondato nella vergogna di calciopoli. Il futuro incomincia oggi stesso, la festa durerà una sola notte. Questa è la legge della Juventus.

Tony Damascelli