Sbalzi ormonali, gonfiore, occhiaie, dieta, cartucciere di make-up in borsa per ogni evenienza e fastidio condiviso nei confronti del temuto specchio. Le donne hanno la tendenza a non apprezzare il loro corpo molto di più di quanto non facciano gli uomini. A dirlo è uno studio della American Psychological Association. Ma da cosa dipende? E soprattutto, che influenza ha sulla vita di tutti i giorni?
L’intervista al Dott. Fabio Merlini.

Donne più scontente degli uomini, da cosa dipende?

“Ci sono due componenti, una biologica e una sociale. Sul piano squisitamente biologico e fisiologico, la donna tende ad approcciare di più il mondo col proprio corpo. E’ proprio un modo diverso di essere. Su questo poi si innesta inevitabilmente l’aspetto sociale e culturale. Le aspettative cioè che si sono venute a creare rispetto alla definizione estetica delle donne è nettamente superiore rispetto a quella che c’è nei confronti degli uomini. Dall’uomo ci si aspetta la prestazione, dal punto di vista lavorativo e sociale. Dalla donna ci si aspetta sempre e comunque la prestazione lavorativa e sociale ma, rispetto agli uomini, c’è anche una maggiore attenzione all’esposizione attrattiva del fisico.

Le donne sono molto più critiche del loro aspetto rispetto agli uomini?

Decisamente sì. Non bisogna confondere la ricerca della definizione estetica di un adolescente con quella di una donna adulta, tuttavia questo aspetto c’è. C’è anche negli uomini però è più legato alla parte adolescenziale, dopo tende a venir meno. Nelle donne invece è qualcosa che rimane. Basti pensare che dopo una gravidanza uno dei punti critici è quello di ‘tornare in forma’. Questo comunque va visto sempre all’interno delle nicchie culturali, perché a volte è presentato anche come meno significativo”.

La bellezza in ambito professionale, sentimentale e relazionale ha un peso diverso in base al genere?

“E’ un discorso più legato al primo approccio. L’estetica nel primo approccio conta, poi vengono alla luce altre caratteristiche, e questo sia per le donne che per gli uomini. A parte questo però bisogna capire il meccanismo: la donna è interessata al fatto che lei piaccia all’altro. Già il fatto che lei piace le dà una certa soddisfazione, indipendentemente dal fatto che l’altro debba piacere a lei”.

Le donne allora sono ‘più prigioniere’ del mito della bellezza?

“Se per mito intendiamo qualcosa di appiccicato dall’esterno e inteso in senso negativo, allora no. E’ una questione biologica. Poi le variabili che entrano per intessere una relazione sono molteplici e aspetti emotivi, psicologici, di progettazione e proiezione della propria identità nel futuro diventano prevalenti”.