A quasi tre mesi dalla strage della ‘Lanterna azzurra’ di Corinaldo (Ancona), dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi nella calca cinque giovani e una mamma di 39 anni hanno perso la vita, c’è ansia e angoscia tra le famiglie delle vittime in attesa di sviluppi nelle indagini. Depositate le consulenze, si attende a breve la documentazione del Ris sull’eventuale presenza di sostanze all’interno della discoteca, che si trasformò in una trappola mortale per il crollo di una balaustra di una uscita sul retro.

“Siamo in attesa dell’esito delle consulenze di ufficio e del deposito della documentazione del Ris sulle eventuali sostanze presenti nel locale. Ci aspettiamo che la procura ampli il panorama degli indagati”, afferma all’AdnKronos l’avvocato Federica Ferro, legale di Paolo, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma di 39 anni morta nella calca.

“Secondo noi ci sono state leggerezze nel momento in cui sono state rilasciate le autorizzazioni – spiega il legale – La procura ha elementi significativi su cui riflettere. Non dobbiamo fare una caccia alle streghe, ma agli atti c’è già documentazione interessante”.

“Sono emerse grosse irregolarità dell’uscita in corrispondenza della balaustra e altre deficienze negli impianti. Sarà la procura a valutare se ciò che è accaduto è dovuto alla mera fase esecutiva di quella sera o a carenze strutturali che quindi andavano controllate”, sottolinea l’avvocato Luca Pancotti, legale della famiglia di Emma Fabini, la 14enne studentessa di Senigallia che insieme ad Asia Nasoni è la vittima più giovane delle sei che hanno trovato la morte nel locale.

“La nostra percezione è di indagini molto ampie, a 360 gradi. Dopo il deposito delle relazioni dei periti, attendiamo e vedremo le determinazioni della procura nei confronti di quei soggetti indagati e di altri eventuali ulteriori soggetti – continua il legale – Le risultanze delle perizie sembrerebbero orientare a un ampliamento delle indagini”.

Non sono mancate, in queste ultime settimane, un po’ di polemiche sul silenzio calato sulla strage. “Io, come avvocato, ho una percezione diversa, più tecnica e asettica: i tempi sono fisiologicamente normali in relazione alla complessità delle indagini”, spiega l’avvocato Luca Pancotti, legale della famiglia di Emma Fabini.

“Nessuno getta la croce addosso agli inquirenti, ma va rispettato il dolore di famiglie distrutte per le quali anche avere indietro un anellino o una maglietta potrebbe essere di conforto – conclude Pancotti – E’ normale che inizino a mostrare ansia, dal punto di vista umano è comprensibile e condivisibile”.

“E’ logico che le famiglie e la cittadinanza si attendano dei tempi più stretti per poter individuare con certezza i responsabili, ma un’attività di indagine così complessa ha bisogno di tempo”, aggiunge l’avvocato Federica Ferro, legale di Paolo, il marito di Eleonora Girolimini.