La stilista romana presenterà, a breve, la sua nuova collezione all’edizione 2019 della Milano Fashion Week.

E’ nella splendida cornice di “Vicus Caprarius” a Vicolo del Puttarello, dove i resti archeologici dialogano con le poltrone rosse di velluto e con una struttura cinematografica dalla forte impronta vintage, che ha avuto luogo l’incontro FAI con Francesca Liberatore, talentuosa stilista di successo di origini romane.

Aderente tubino a quadri, impreziosito da un collo con ruches, gambe accavallate in una posa apparentemente classica e rilassata che denota, complice forse il suo ruolo di docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, un approccio diretto e spontaneo nei confronti di chi l’ascolta, la Liberatore si è raccontata in quell’occasione, rivelando che quest’evento FAI è stato “forse uno dei primi appuntamenti ufficiali su Roma. Ci tenevo particolarmente a fare questa cosa perché le mie origini, le mie radici sono qua, nonostante vaghi continuamente per varie situazioni lavorative. Sono onorata di fare questa cosa con il FAI affinché fosse una cosa ufficiale nella mia città e affinché fosse una cosa che potesse coinvolgere qualunque tipo di pubblico, non necessariamente del mio ambito, voglia avvicinarsi alla cultura.”

francesca liberatore

Un curriculum che parla da sé, dai primi schizzi da bambina, figli di un clima familiare dalla forte impronta artistica e culturale (il padre di Francesca è il noto scultore Bruno Liberatore) alla collaborazione con una stella del firmamento dell’alta moda internazionale come Jean Paul-Gautier (“un genio assoluto. Ho conosciuto non solo l’artista, ma anche la persona umana che c’è dietro, e l’estremo entusiasmo con cui lui continua a realizzare il suo lavoro”), fino ad arrivare al lancio del proprio marchio nel 2009 e alla consacrazione nazionale e d’oltreoceano come designer, Francesca Liberatore è alla costante ricerca di nuovi sguardi, una mente aperta ad ogni forma d’arte dalla quale trarre ispirazione per le sue collezioni.

La mia ricerca non si ferma soltanto e va al di là di quello che sono gli stilisti, della cui categoria mi vengono in mente tanti nomi: per me è importante anche tutto quello che riguarda altri ambiti artistici. Spesse volte, nelle mie collezioni, mi rifaccio alla fotografia, da Claude Cahun fino a Steve Mc Curry. Giro molto, anche in ambiti che non sono strettamente miei, perché penso che la contaminazione o il riuscire a percepire da altre discipline artistiche riesca a creare anche più emozionalità” ha rivelato la stilista durante l’incontro.

Ed è ancora quell’indissolubile legame tra arte e moda a trovare spazio anche nel libro di Francesca Liberatore, pubblicato nel 2018, che la stessa autrice ha identificato come “il prodotto dei primi 10 anni di lavoro. Ho conosciuto il produttore della Silvana Editore in una situazione casuale, e loro stavano cercando qualcuno che raccontasse la moda in un ambito un po’ differente, anziché le solite monografie.

In quel momento avevo tantissimo materiale che avrei voluto, in qualche modo, raccogliere e per me una delle cose più affascinanti è stata dare un altro punto di vista alla moda, a quello artistico, e soprattutto, m’interessava far vedere tutto quello che c’è prima della sfilata” ha proseguito la stilista, sottolineando come “Tutti quanti vediamo solamente il prodotto finale, ma in realtà ci sono dietro 3 mesi di lavoro, i più belli per un creativo… E’ tutto quello che passa nella mia testa, quello che cerco di trasmettere e di far arrivare poi alle persone“.

Non resta che attendere, quindi, l’ultima fatica creativa di questa, talentuosa stilista, che verrà presentata alla “Milano Fashion Week” tra due giorni, venerdì 22 febbraio.