Ci mancavano i pizzini di Paratici. Lo scoop de Il Tempo esplode alla vigilia ultima di Lazio Juventus, due pagine dedicate ai ritagli di un pranzo che fu. Hotel Bulgari di Milano con annesso ristorante, Paratici e i dirigenti del Genoa, tutti, dal presidente ai suoi collaboratori, convenuti per discutere di mercato, prestiti, cessioni, entrate. Esaurito l’orale, come a scuola,  resta lo scritto. Paratici strappa via gli appunti con i quali, puntualmente, riempie qualunque foglio di carta gli si pari dinanzi. Nell’occasione l’elenco di cognomi, senza nome, appartiene al Genoa, trattasi di giovani virgulti per fare cassa e la famosa plusvalenza. Paratici annota e correda con cifre di valutazione. Rileggendo i coriandoli messi assieme dall’Assange de noantri si può verificare che i cognomi illustri aggiunti a pié pagina sono stati scritti con altra penna e con altra grafia. Ma tant’è, fanno parte del gioco.

Breve nota: Savic non è Milinkovic (che piace un sacco alla Juventus e ci mancherebbe pure) ma il montenegrino difensore dell’Atletico sotto osservazione prima di Caceres. Comunque c’è un po’ di dilettantismo, oltre alle intercettazioni ecco il minuto di raccoglimento, nel senso di chi ha voglia di raccogliere nei cestini dei rifiuti, nei portacenere (al singolare please altrimenti sarebbero urne funerarie), documenti che possono risultare storici, clamorosi. Totale: come diceva Caio Tito ai senatori verba volant scripta manent. Statte accorto Paratici.

Tony Damascelli