Due rigori ridicoli ma sull’almanacco restano i due gol di Quagliarella dunque il primato di Gabriel Batistuta viene uguagliato, un quarto di secolo dopo, da un uomo che giovedì compirà anni trentasei ma che non conosce affatto il logorio del football moderno. Fabio Quagliarella è questo, va in gol con potenza e prepotenza, per centoquarantatre volte il pallone da lui toccato, calciato, deviato, colpito ha gonfiato la rete avversaria e per undici consecutivamente, come accadde con il fenomeno argentino, è riuscito a ripetersi.

Ora il calendario dice che il romanzo, perché di questo si tratta, la trama del romanzo, dicevo, propone il record assoluto, storico, esclusivo la trasferta a Napoli per il prossimo impegno di campionato. Per il guaglione di Castellammare di Stabia, Napoli significa tutto, una fetta di vita, l’isola di approdo e del tesoro, il sole prima del buio improvviso con l’aria malefica di certa gentaglia che da Napoli e dal Napoli lo allontanò. Non so come il popolo del San Paolo saprà e vorrà accogliere il campione, il Napoli ha altre priorità, spesso si sente tradita dai figli che non sempre so’ piezz’e core ma Fabio Quagliarella non merita soltanto l’applauso con il pubblico in piedi (per favore si eviti l’uso di standing ovation anche se il sostantivo inglese ovation ha origine latina da ovatio….), merita la convocazione in nazionale.

Allo stadio Ferraris di Genova era presente Roberto Mancini-con lui Toninho Cerezo francobollo antico della Samp e della Roma-, dunque, si vada all’usato sicuro più che a esperimenti da laboratorio. Sarebbe un premio alla carriera e una voce in più per gli sbarbati che sono entrati frettolosamente nel giro azzurro. Totale. La Sampdoria ha vinto 4 a 0, l’Udinese è scomparsa prima di apparire e adesso Ferreo incomincia a pensare alla champions league (come ha predetto Fabio Capello). E non siamo su scherzi a parte.

Tony Damascelli