Mauro Icardi manda un messaggio. Niente piede di porco ma piede maligno a battere, con cucchiaio, l’Udinese. La vittoria nerazzurra è limpida anche se non maestosa, i friulani si sono limitati a una semplice navigazione, con una sola occasione buttata via malamente da Mandragora.

Le scelte dell’allenatore nerazzurro hanno presentato la coppia Icardi-Keita ai quali si è poi aggiunto il fumoso Lautaro Martinez. E’ stato energico, volenteroso e decisivo, come sempre e per sempre, Icardi, il resto ha latitato e per confermare il vizietto l’allenatore certaldese ha tolto dal campo a sette minuti dalla fine indovinate chi? Elementare, Politano. Ma questi sono asterischi in una partita senza particolari emozioni e con una sola trama tutta recitata dai nerazzurri. Ma la sensazione è che l’Inter non giochi ancora un football sciolto, deciso, perdendosi in un fraseggio insistito nella propria metà campo, prima di tentare le accelerazioni necessarie per mettere in azione quel micidiale killer là davanti.

Tre punti e basta, potrei scrivere, pensando al pallone sferaebasta ma mi vergognerei, per questo gioco sì bello e per nulla perverso. Visto in tribuna l’esordio di Marotta che ha esultato, giustamente, al gol, abbracciandosi con Zanetti, fino a ieri acerrimo nemico, e il presidente Zhang. Da Torino Pavel Nedved gli ha scoccato una freccia velenosissima: ”Marotta? E’ un professionista, è andato altrove, significa chenon era juventino”. Pavel si è dimenticato che a far fuori l’ad è stato uno juventino doc, al secolo Agnelli Andrea. Un bell’applauso.

Tony Damascelli