Il giorno del vaccino è arrivato: non è ancora chiaro se alla fine sarà stato il giorno del giudizio per il Covid-19, ma sicuramente il giorno del giudizio sulla campagna di vaccinazione è già giunto da tempo.
Non un giudizio positivo, quello del Professor Paolo Becchi: il filosofo e accademico non si definisce un no-vax, ma non prende affatto bene la filosofia della primula e i suoi ideatori, che per parte loro sembrano voler rendere obbligatorie le vaccinazioni anti-Covid, la cui campagna mediatica ha già preso il via da un pezzo, ben prima della vaccinazione in diretta di Claudia Alivernini, prima infermiera in Italia, o del Governatore della Campania Vincenzo De Luca.
L’intervento di Paolo Becchi a ‘Lavori in Corso’.

Mi accusano di non portare rispetto ai malati e morti di Covid? Certamente ci vuole rispetto: il rispetto di poter andare in ospedale e vedere una persona malata di Covid, che magari sta anche per morire. Non dico di abbracciarlo, ma almeno vederlo da vicino se è un mio parente caro.
Ci vuole rispetto, il rispetto ad esempio di non cremare contro la propria volontà come è successo a Bergamo nel mese di marzo. Tantissimo rispetto per i malati e soprattutto anche per i morti, perché i morti devono essere trattati dignitosamente, non come masse da bruciare come si vuole.
Dovrebbero lasciare la possibilità di fare i funerali: anche questo significa rispetto per i morti di Covid. Ma invece non si possono fare: ma di che rispetto del ca**o state parlando voi? Di quale amore?

Adesso c’è l’amore per i vaccini. Ora finito il discorso dei malati di Covid e di quelli che stanno morendo, dalla prossima tornata sarà: “Guardate i criminali che non si fanno vaccinare”. Io non ho nulla contro i vaccini, ma questo fatto che il vaccino mi sia imposto e che per l’AIDS non sono riusciti a trovarne uno in 40 anni, mentre questo l’hanno trovato in 5 minuti, mi fa dubitare della validità di questo vaccino.

Mi fa inca**are chi mi dice che non ho rispetto: io ho rispetto dei morti, ma anche dei vivi che hanno la libertà personale garantita dalla Costituzione di poter girare per le strade nel rispetto degli altri a distanza di due-tre metri senza mascherina e senza fare del male a nessuno.
Questo è un tentativo di snervare il popolo italiano e di addomesticarlo completamente. Ormai siamo un po’ tutti addomesticati.
“Prima la salute” non sta scritto da nessuna parte: prima di tutto una vita dignitosa, non la salute
!”