Giorgetti ammette: i soldi del PNRR vanno restituiti con gli interessi, ma decidono loro vanno spesi

Il ministro dell’economia, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha rivelato che i prestiti della Commissione europea per finanziare il PNRR non sono a fondo perduto, come io dico da anni.

Il famoso Piano di Ripresa Nazionale Resilienza comporta un costo di interesse sopra il 3%. Questo dato mette finalmente in discussione la presunta convenienza del debito pubblico dell’Unione Europea ai titoli pubblici italiani. Mi piacerebbe che il titolo di questo mio messaggio fosse «Non è vero che l’Europa ci dà i soldi gratis».

È falso. Su un totale accordato di 122 miliardi, l’Italia ha incassato circa 104 miliardi che, insieme ad altri prestiti, concorreranno al debito pubblico con un piano di rimborso tra il 2028 e il 2058. Scusate, ma quando c’è un piano di rimborso non sono a fondo perduto.

Io cerco di dire le cose nel modo più semplice. Sono anni che dico queste cose, alcuni ridevano perché io mi permettevo di criticare i regali dell’Unione Europea, i fondi perduti dell’Unione Europea, e io dicevo che poi li dobbiamo pagare, quindi sono un debito. Avete mai avuto un regalo in cui c’è un piano di ammortamento? Siete mai andati in banca e vi hanno mai regalato del denaro? Ecco, è la stessa identica cosa.

L’Unione Europea si indebita e ci fa pagare a noi il conto. Punto. Con la differenza che se prendessimo i soldi noi, con lo Stato italiano, faremmo quello che vogliamo, invece noi dobbiamo fare quello che dicono loro.

Questa è la grande differenza. La Commissione non ha adottato nemmeno una strategia di tasso ottimale. La Commissione ha emesso dei titoli, cioè dei debiti, che poi sono stati rinnovati a tassi crescenti, che dobbiamo pagare noi italiani.

Inoltre, legarsi alla Commissione al piano del raggiungimento degli obiettivi semestrali del PNRR ha creato un mostro burocratico che ha limitato fortemente la programmazione degli investimenti. Cosa c’è di peggio che stare nell’Unione Europea? Questa è la domanda che mi faccio io. Ma l’interrogativo principale è come mai la Commissione ribalti all’Italia un tasso superiore al 3% sebbene abbia eseguito delle emissioni a tassi negativi o addirittura molto bassi tra il 2020 e il 2021.

Ci sarebbe convenuto, come Stato libero e sovrano, indebitarci per i fatti nostri e investire come volevamo noi, nelle cose che volevano le nostre imprese e i nostri cittadini. In sostanza l’Unione Europea è un debito, è un mostro burocratico, è un teatro privo di democrazia.